Se n'è andata com'era vissuta. Lontana e dimenticata dai politici e dai potenti della sua isola. Al funerale di Daphne Caruana Galizia, la 53enne giornalista maltese uccisa da una bomba piazzata nella sua auto il 16 ottobre non c'erano né la presidentessa di Malta Marie-Louise Coleiro Preca, né il premier Joseph Muscat, né i leader dell'opposizione. A chieder loro di tenersi alla larga ci avevano pensato i famigliari di Daphne convinti che la sua morte sia in qualche modo legata alle inchieste in cui sparava a zero non solo sul laburista Muscat, ma anche sugli attuali leader dell'opposizione nazionalista. Convinzione espressa con plateale determinazione dal figlio Andrew che in una chiesa piena di 2mila persone non perde l'occasione di avvicinarsi alla corona di fiori inviata dal presidente del Parlamento maltese e farne a pezzi, tra l'entusiasmo, il biglietto di condoglianze.
Al posto delle autorità locali c'era il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, invitato dalla famiglia. L'arrivo di Tajani, entrato in chiesa portando personalmente, come usanza nell'isola, la corona di fiori omaggio delll'Europarlamento è stato salutato da un'ovazione. «Quando si uccide un giornalista si uccide un pezzo di libertà» spiega a il Giornale Tajani, sottolineando come la sua presenza a Malta e il dibattito sul caso, in calendario per il 14 novembre, siano un segnale di come l'Europarlamento intenda tener viva l'attenzione su quella vicenda.
Del resto l'uccisione di Daphne è solo la punta di uno dei tanti iceberg di illegalità staccatisi dall'incancrenito sottobosco maltese. Un sottobosco dove il riciclo dei soldi della ndrangheta attraverso le capofila del gioco d'azzardo online con sede a La Valletta si mescola al contrabbando di petrolio della Libia e con i flussi di denaro depositati nelle banche dell'isola dai trafficanti di uomini. Un sottobosco estremamente imbarazzante per un'Ue costretta a far i conti con un Paese membro diventato non un semplice paradiso fiscale, ma un'autentica Tortuga del malaffare. Una Tortuga rivelatasi assai imbarazzante già a inizio 2017 quando Malta assunse la presidenza europea. Proprio per questo sulla morte della giornalista, su cui lavora l'Fbi, potrebbe aprire un'inchiesta anche Europol. E il vescovo Charles J.
Scicluna ha lanciato un durissimo monito non solo ai killer, ma anche a chi li ha assoldati: «Non riuscirete a fuggire alla giustizia di Dio, pentitevi prima che sia troppo tardi. Per questo Tajani visitando The Malta Indipendent, il giornale per cui scriveva la Caruana, ha detto di voler capire «non solo chi l'ha uccisa, ma anche chi c'è dietro il suo assassinio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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