MilanoNon c'è nulla da fare. Poveri e ricchi, occupati e disoccupati, manager e fruttivendoli. Tutti uguali davanti a sua maestà «le vacanze agostane». Non c'è crisi che tenga: in ferie bisogna andare, cascasse il mondo. Certo è che se il facoltoso imprenditore oggi si dirigerà con la sua Jaguar E Type verso l'hotel de Paris di Saint-Tropez, all'operaio disgraziato gli toccherà andare con la Panda Pop a montare la tenda al campeggio di Ostia o di Alassio. Ma la sostanza non cambia. Malgrado i dati disastrosi dell'Istituto nazionale di statistica (che sbugiardano platealmente il patetico ottimismo di Matteo Renzi), malgrado la disoccupazione sia in crescita dell'1,9 %su base mensile e il numero dei giovani senza lavoro non sia mai stato così alto dal 1977 (sono ora 682mila), in vacanza si cerca di andare comunque, anche morti, a costo di chiedere un prestito al papà o allo zio (in banca hanno chiuso i rubinetti da mò). È questo il quadro contraddittorio e paradossale che emerge dai dati Istat sulla disoccupazione di giugno e da quelli del Sindacato italiano balneari.
Magari, e questa è la differenza sostanziale rispetto agli anni «d'oro» pre-crisi, l'italiano medio, il borghesuccio piccolo piccolo, preferisce portare la famiglia nelle località di mare (o di montagna) a lui più vicini, facilmente raggiungibili e che, forse, fanno risparmiare anche qualche soldino. La crisi però accorcia le vacanze degli italiani. Spesso è il cosiddetto turismo «mordi e fuggi», quello che si limita ai soli fine settimana o al massimo qualche giorno (e qualche volta alla sola domenica), quello che intasa le autostrade. Tutti questi, però, appartengono alla categoria di coloro che non vanno in ferie. I loro spostamenti non vengono neppure considerati dalle statistiche tanto sono irrilevanti. E sono il 45 per cento. Tuttavia anche quello è turismo, che nel suo piccolo muove (poco) le economie locali di hotel, campeggi, ristoranti e stabilimenti balneari.
Il Sindacato italiano balneari esulta. Complice il bellissimo e caldissimo luglio, l'estate 2015 ha già conquistato il titolo di reginetta dell'ultimo decennio. Dati imparagonabili a quelli della stagione 2014, la più piovosa del secolo. Le cifre delle presenze nelle spiagge della Penisola sono entusiasmanti e gli operatori hanno smesso di lamentarsi. Per ora. «Registriamo il segno positivo di presenze praticamente in tutti i litorali italiani. Ci auguriamo che questo trend continui anche ad agosto. Già oggi, però, possiamo affermare che i primi due mesi estivi del 2015 sono stati i migliori dell'ultimo decennio», conferma Riccardo Borgo, presidente del Sindacato italiano balneari, che associa circa 10mila imprese e aderisce alla Fipe Confcommercio.
Boom dunque . Tutti in spiaggia, dalla Versilia alla Riviera Romagnola, dalla Riviera Ligure alla Costiera Amalfitana, dal Salento alla Sicilia. Malgrado si cerchi il mare sotto casa senza spostarsi più di cinquanta chilometri, anche ieri l'A1 era completamente intasata.
Con la minaccia di «Acheronte» alle porte, una nuova ondata di caldo africano, è iniziato il primo week-end di esodo estivo. Milioni di automobili si sono riversate da ieri sera sulle strade della Penisola. E con loro anche le folle di villeggianti in sosta fra autogrill e piazzole. Orde di disoccupati famelici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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