Beppe Grillo sostiene che le nuove generazioni abbiano abbracciato un'idea di mondo socialisteggiante.
La buona notizia, per il fondatore del MoVimento 5 Stelle, è che la sua disamina è in parte corretta: è vero che una porzione di giovani guarda con favore all'assistenzialismo, quindi alle redditualità sostitutive del lavoro e così via. Lo ha ben spiegato il sociologo Luca Ricolfi nel suo "La società signorile di massa". Una disamina relativa a quanto il risparmio privato delle famiglie d'origine stia influendo sull'approccio dei ragazzi al mondo del lavoro sarebbe d'ausilio al ragionamento. Da qui a sostenere che i "Millenials" - come il comico ha titolato sul suo blog - siano "socialisti" però ce ne passa.
La disamina di Grillo esordisce così: "Oggi, i Millennials sono descritti molto più comunemente come una generazione iperpoliticizzata, che abbraccia idee "consapevoli" (woke), progressiste e anticapitaliste". L'iperpoliticizzazione di cui il comico parla deriva da una constatazione discutibile. Sezioni politiche chiuse, pochissime manifestazioni di piazza, idealismi morti e sepolti, ideologie calate dall'alto come l'ecologismo assolutistico e così via: è più semplice constatare l'esistenza di una neutralizzazione politica o di una spoliticizzazione, come chi ha dato vita al MoVimento 5 Stelle, principe del populismo indefinito, dovrebbe ben sapere.
I Millenials poi sono i primi, dal 1945 in poi, a godere di un regime economico-sociale inferiore rispetto a quello delle generazionI precedenti. Nessun insieme generazionale, dal dopo guerra ad oggi, ha vissuto peggio dei genitori. Eppure, nonostante le statistiche disegnino una difficoltà collettiva a prendere in mano le redini della propria vita, siamo ben lungi dai moti sessantottini. Tutta questa politicizzazione socialista non c'é: i Millenials, in maniera forse sin troppo rispettosa, tendono ad attendere che i cosiddetti Boomers si facciano da parte. Lo scopo è ritagliarsi il giusto spazio nel mondo. L'idealismo che circola è poco: a prevalere è la rassegnazione.
Più che dalle parti della riscoperta del socialismo, insomma, siamo in piena "dittatura della maggioranza", per dirla con Tocqueville ma in chiave anagrafica. Detto questo, a smentire le tesi di Grillo, che ha presentato anche una serie di rilevazioni sondaggistiche, ci pensano proprio i numeri. Secondo questo sondaggio di Bidimedia che risale ad ottobre scorso, circa il 40% dei giovani italiani voterebbe per il centrodestra, dove non circolano passioni per il regime del Venezuela o per la Repubblica popolare cinese. Il MoVimento 5 Stelle, tra gli under 35, non spopola più: è dato attorno al 10%.
Risulta corretto dire che parecchi ragazzi italiani hanno confidato nel MoVimento 5 Stelle per sbloccare l'impasse socio-economico: a testimoniarlo, del resto, c'è un'altra casistica, cioè quella del voto dei Millenials alle ultime elezioni politiche.
Ma una generazione cresciuta a pane, merito, titoli di studio a pioggia e zero diritti acquisti ha ricevuto, grazie alle mirabolanti imprese dei grillini al governo, la prova di aver compiuto ( vale almeno per coloro che hanno votato per Di Maio, Conte e così via) un errore di valutazione. Grillo sogna i Millenials socialisti ma, in maniera più verosimile, sarà costretto a valutare gli effetti di una generazione divenuta anti-grillina a larga maggioranza ed in tempi rapidi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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