"No comment…". Quel silenzio a sinistra su Baffino D’Alema

Il caso 'D'Alema-Colombia' imbarazza la sinistra italiana. Se Articolo Uno si fida delle spiegazioni fornite dall'ex premier, il Pd si trincera dietro un silenzio assordante

"No comment…". Quel silenzio a sinistra su Baffino D’Alema

“Di D’Alema non parlo”. La vicenda che ha coinvolto l’ex ministro degli Esteri imbarazza non poco la sinistra italiana.

“D’Alema ha chiarito sui giornali questa vicenda. Mi fido della sua versione”, si limita a dire a ilGiornale.it Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno, il partito a cui ha aderito l’ex primo ministro dopo l’uscita dal Pd nel 2017. Da Federico Fornaro, capogruppo del partito alla Camera, arriva una dichiarazione praticamente identica. “Dalle armi vendute alla Colombia non avrei preso un euro”, ha assicurato l’ex premier dalle colonne di Repubblica. Ma, al di là degli eventuali risvolti che avrà la vicenda, D’Alema è tutt’ora il primo e unico presidente del Consiglio proveniente dal mondo Pci-Pds-Ds e sorprende notare che il politico, che per tutta la Seconda Repubblica è stato considerato un punto di riferimento per la sinistra italiana, ora sia motivo di imbarazzo. “Non voglio intervenire su questo tema”, ci viene detto da un esponente di spicco del Pd. “Non ne so nulla”, dichiara il deputato Matteo Mauri. “Stavolta passo” oppure “Non parlo perché non mi va di alimentare polemiche”, sono le risposte più frequenti di quei pochi esponenti che decidono di rispondere. Il deputato Walter Verini, invece, taglia corto: “Il Pd pensa al Pd e al paese”.

Eppure D’Alema, solo pochi mesi fa, sembrava aver espresso la volontà di rientrare nel Pd. “Della vicenda dell’intermediazione per conto di Leonardo nulla posso dire, perché nulla so”, chiarisce Nicola Oddati, coordinatore delle Agorà democratiche che si sofferma, invece, sulle recenti dichiarazioni dell’ex premier sulla guerra in Ucraina. “Le opinioni di D’Alema sono sicuramente interessanti, quando si è d’accordo o quando la si pensa in modo diverso. Però oramai – sentenzia Oddati - il suo percorso e quello del Partito Democratico sono diversi, e sono storie non più destinate a fondersi”. Insomma, a Largo del Nazareno si prosegue con la linea espressa da Enrico Letta in Parlamento a sostegno della risoluzione del Governo e delle determinazioni dell’Unione Europea. “Non c’è spazio per sottigliezze geopolitiche teoriche. Putin attenta non solo all’Ucraina, ma alla sua libertà di autodeterminarsi e alla democrazia in quanto tale”, conclude Oddati.

Michele Anzaldi di Italia Viva, invece, invita a distinguere le due situazioni: “Un conto sono le opinioni politiche, un altro è il caso raccontato dalla stampa che D’Alema, in quanto ex presidente del Consiglio, deve chiarire nell’interesse delle Istituzioni. Se fosse vero, sarebbe alquanto sconveniente per un ex premier”. Dal Carroccio arrivano critiche ben più pesanti."Sinistra imbarazzante: da una parte critica Salvini perché parla di pace e diplomazia, dall'altra tace sugli affari di D'Alema che ha tentato di vendere armi alla Colombia", fanno trapelare fonti della Lega.

In Transatlantico anche il deputato forzista Andrea Ruggeri fa notare: “Certo che se fosse successo a Berlusconi, Salvini o Renzi sulla stampa sarebbe scoppiato un casino...". Con D’Alema, invece, prevale l’imbarazzo. Soprattutto a sinistra.

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