Il no leghista al green pass apre un caso in maggioranza

Borghi vota contro il governo che respinge tutti gli emendamenti del Carroccio. Pd e M5s: così sono fuori

Il no leghista al green pass apre un caso in maggioranza

La campagna elettorale in salita, il fiato della Meloni sul collo, le pressioni rumorose dei novax: si spiega così la mossa a sorpresa della Lega, che ieri ha rotto il fronte della maggioranza di governo sul decreto Green pass.

Una mossa più di facciata che di sostanza, e fatta sapendo di perdere: ieri sera, in Commissione Affari sociali alla Camera, i rappresentanti del Carroccio hanno votato contro il testo del governo, approvato all'unanimità (leghisti inclusi) dal Consiglio dei ministri, proponendo un emendamento interamente soppressivo del passaporto vaccinale. Un gesto puramente dimostrativo, poiché era chiaro che l'emendamento non sarebbe passato visto che a votarlo (oltre ai salviniani) sono stati solo i deputati di Fratelli d'Italia, e qualche sparuto ex Cinque Stelle rimasto fedele al credo anti-vaccinista delle origini.

Ma il blitz anti-governo serviva a Salvini per provare a ottenere un obiettivo minimo (i test salivari gratuiti) e per mandare intanto un segnale all'elettorato ni-vax, alle categorie ostili per motivi di business al Green pass (ristoratori in primis) e per caratterizzarsi come loro impavido difensore, purtroppo sconfitto, dentro la maggioranza che sostiene il governo Draghi. Con il solerte aiuto dell'ala sinistra della maggioranza, che ha fatto subito da cassa di risonanza al voto kamikaze della Lega, sollevando un putiferio che gli ha dato enorme risonanza. «Trovo che sia un fatto gravissimo in sé, e tanto più perché è avvenuto oggi - denuncia il segretario dem Enrico Letta dalla Festa dell'Unità di Bologna - ed è incompatibile con lo stare nella maggioranza di governo. Chiedo su questo un chiarimento politico ufficiale: non è possibile avere un atteggiamento in Consiglio dei ministri e un altro opposto in Parlamento. La Lega è schizofrenica, non si può andare avanti così».

La replica del Carroccio non si fa attendere: «Letta vive fuori dal mondo, chiedere i tamponi salivari gratuiti è semplice buon senso», dicono a Via Bellerio, facendo presente che «su 900 nostri emendamenti migliorativi ne accoglieranno forse un paio». Ma l'ennesima baruffa chiozzotta nella maggioranza è già in pieno corso, con entusiasmo da campagna elettorale. Il dem Andrea Romano condanna «il vergognoso doppio gioco della Lega». Il ministro grillino Patuanelli attacca: «Nessun problema per il governo, ma un problema per la Lega che si è di fatto scissa. Tutto il governo e la stragrande maggioranza degli italiani sono a favore del Green pass e delle vaccinazioni».

Il leghista Claudio Borghi, acerrimo novax e autore del blitz in commissione, rassicura: «Non c'è nessun problema per la tenuta del governo, abbiamo solo votato a favore dei nostri emendamenti migliorativi. Su alcune cose in maggioranza la pensiamo diversamente, ed è giusto che gli elettori lo sappiano». Ammettendo così che non si andrà oltre l'azione dimostrativa.

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