«Se mi tagliano 500-600 euro, devo licenziare la domestica». Pietro Lonardo, romano, una carriera da ambasciatore, teme che «per la terza volta» tocchino la sua pensione di 5.500 euro mensili. «Abbiamo già subito contributi di solidarietà. Mia moglie ha 79 anni, io ne ho 74».
Lei è uno di quei pensionati pubblici considerati privilegiati. Si sente così?
«Ho vinto il concorso diplomatico a 25 anni, per 40 ho girato il mondo in posti difficili. Non mi sono arricchito, avevo una casa lasciata da mio padre e me ne vado lasciandola ai miei figli. Quale privilegio?».
Per il M5s pensioni come la sua sono alte rispetto ai contributi versati.
«Ho versato 1,5 milioni di euro in 40 anni in virtù di una legge. Anzi, se quella somma avessi potuto gestirmela da solo oggi avrei il 20 per cento in più. Solo in situazioni di particolari difficoltà per il Paese lo Stato dovrebbe arrivare a un intervento così delicato».
Ritiene che non ci siano i presupposti?
«No e lo dirà anche la Corte Costituzionale.
Noi pensionati siamo il bancomat più comodo per lo Stato, perché siamo più deboli e non abbiamo più alcuna voce in capitolo. Ma le risorse per il Paese le dovrebbero trovare loro. Forse certe responsabilità non dovrebbero essere affidate a dei ragazzi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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