Cronache

"Noi proteggemo Roma". Colpo ai Casamonica fra arresti, borse e Rolex

La Dda mette il clan nel mirino: sequestrati 20 milioni. Venti in manette per mafia

"Noi proteggemo Roma". Colpo ai Casamonica fra arresti, borse e Rolex

«Devono far entrare... Organizzazioni forti a Roma ecco perché ce vonno distrugge a noi! La Camorra e la 'ndrangheta. Perchè i Casamonica proteggono Roma... i napoletani vonne entrà... la camorra vò entrà e i calabresi vonno entrà a Roma». Sono già un atto di accusa le parole di Guido Casamonica, figlio del boss Ferruccio, che mette il clan sullo stesso piano delle organizzazioni forti, che avrebbero campo libero sulla città a seguito di nuove offensive giudiziarie.

La prima, due anni fa, ha portato a 30 arresti e ieri la Dda ha inferto un nuovo colpo contro la famiglia sinti, che imperversa alla Romanina, Anagnina e Morena, estendendo gli interessi criminali verso Albano, Grottaferrata, Frascati e San Cesareo. Sco, agenti della mobile e del commissariato Romanina, su richiesta del procuratore di Roma Michele Prestipino e dei pm De Santis e Musarò, hanno eseguito 20 arresti sequestrando beni per 20 milioni di euro, tra quote societarie di locali, esercizi commerciali e sfarzose ville. In carcere Guerino, Giuseppe, Sonia, Ferruccio, Christian e Raffaele, tutti Casamonica, Gelsomina Di Silvio, Daniele Pace, Carolina Candit, Griselda Filipi, Piero Iannini, Danilo Menunno, Manolo D'Aguanno, Angelo Bruni, Alessandro Presutti mentre ai domiciliari sono finiti Giuseppe Bruni, Dora Casamonica, Luciano Paiella, Alessandro Panitteri, Vanessa Manzo, responsabili a vario titolo di usura, estorsioni, intestazione fittizia di beni, esercizio abusivo dell'attività finanziaria, aggravati dall'associazione di stampo mafioso. «L'estrema pericolosità dei Casamonica, deve rimarcarsi il sentimento di paura e terrore che tale cognome genera nella popolazione romana», sottolinea il gip, Zsuzsa Mendola. L'operazione «Noi proteggiamo Roma» ha accertato l'esistenza di due distinti clan guidati da Giuseppe e Ferruccio Casamonica, cognati e parenti di zio Vittorio, il cosiddetto «re di Roma», la cui bara sfilò al Tuscolano nel 2015 sopra una carrozza trainata dai cavalli, accompagnata dalle note de «Il Padrino». «A seconda della zona di competenza ogni nucleo familiare ha la sua autonomia, ma non esiste un capo dei capi», racconta la pentita Debora Cerreoni. Le intercettazioni telefoniche e ambientali e la testimonianza di 4 collaboratori di giustizia, tra cui uno interno alla famiglia, hanno consentito di ricostruire fatti, ruoli e dinamiche del clan, contraddistinto da indiscussa capacità di intimidazione. In un'intercettazione Pace evidenzia l'importanza del sodalizio a cui appartiene: «A Roma? la prima!». Chi si indebita con i Casamonica rischia molto e sono 30 le vittime individuate. «Senti..mo scenno lo sai dove te butto io a te? mò te darei na bastonata in testa..te spaccherei la testa!!.....le mascelle te romperebbi io!!», dice Christian a un usurato. E nelle carte compaiono «sberle educative». Ma i Casamonica rozzi e violenti verso chi non onora i debiti, amano profondamente il lusso. «Vogliono soldi, soldi - dice Simona Zakova, l'ex moglie di Raffaele -. Ogni cosa vanno e con la prepotenza solo di questo nome, con cattiveria, basta che guardano, la gente c'ha paura. E non pagano. Però da un'altra parte loro vanno a ristoranti di lusso, Zuma, e non lo so, miglior cosa a Rom a. Sono gelosi se uno ha più dell'altro, ma quando c'è un problema si uniscono». Tengono i soldi nei muri ma comprano Rolex con i brillanti, pagando in contanti. Zakova racconta che l'ex suocera Gelsomina e Katiuscia vanno da Chanel.

«E Gucci - sostiene - hanno una che li serve, cioè ci sta soltanto una per i Casamonica».

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