"Non ci sarà altro governo Draghi: continuo solo se riusciamo a lavorare"

Mario Draghi vede i giornalisti a seguito dell'incontro con le parti sociali: sul tavolo salario minimo e contratti collettivi. Ma non solo: anche il futuro del governo

"Non ci sarà altro governo Draghi: continuo solo se riusciamo a lavorare"

Sono giorni di tensione per il governo di Mario Draghi, appeso a un filo di incertezza a causa della volubilità del Movimento 5 stelle. Prima della conferenza stampa, Enrico Letta è entrato a Palazzo Chigi per un incontro con il presidente del Consiglio: "Letta portatore di buone notizie? Potrebbe essere piacevole... No, abbiamo parlato della situazione ma non mi ha dato buone o cattive notizie". A tal proposito, il presidente ha aggiunto: "Il governo con gli ultimatum non lavora, perde il suo senso di esistere". Ma Draghi non si è voluto sbilanciare sulla possibilità del voto in autunno: "Non commento scenari ipotetici, essendo uno degli attori il mio non è un giudizio oggettivo e distaccato".

Il futuro del governo

Quindi, il premier ha aggiunto: "Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua". Sulla possibilità di uscita del M5s, il premier ha ribadito quanto già dichiarato: "Per me non c'è un governo senza M5S né c'è un governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo la sta gestendo abbastanza bene, il governo continua a lavorare, abbiamo visto le parti sociali, affronteremo i problemi dell'Ilva e prenderemo misure per tutelare il potere d'acquisto e delle imprese". Ha nuovamente escluso la possibilità di un Draghi-bis e sul rinvio alle Camere ha aggiunto: "Bisogna chiederlo a Mattarella". A chi minaccia l'uscita con i penultimatum, Draghi ha chiesto serietà: "Se non si deriva nessuna soddisfazione, se si ha la sensazione che sia una sofferenza straordinaria stare al governo, che si fa fatica, bisogna essere chiari".

L'incontro con i sindacati

Nelle ore precedenti, il presidente del Consiglio aveva presenziato a un tavolo con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, insieme a quattro ministri: il titolare del Lavoro Andrea Orlando (Pd), quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (Lega), della Pa Renato Brunetta (FI)e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli (M5s).

"Nella riunione di oggi abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro: prevediamo incontri su una serie di temi, l'energia prima di tutto, la trasformazione di settori produttivi importanti, come automotive e acciaio, poi il Pnrr, su cui esiste un tavolo permanente ma si vuole renderlo più attivo e importante, e poi la legge di bilancio. Ma anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi negli ultimi giorni", ha spiegato il presidente del Consiglio. "È necessario mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari netti", ha sottolineato Mario Draghi. Il governo, ha aggiunto il premier, punta a "ridurre il carico fiscale a partire dai redditi più bassi, vogliamo intervenire in maniera decisa all'interno degli spazi della finanza pubblica".

Salario minimo e contratto collettivo nell'agenda di governo

Tra i temi più importanti c'è stato soprattutto il salario minimo, entrato nell'agenda di governo: "È stata approvata in Europa la direttiva sul salario minimo, il governo intende muoversi in questa direzione". Anche la contrattazione collettiva più estesa rientra tra gli obiettivi primari del governo: "La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 o 9 anni". Il presidente del Consiglio ha evidenziato l'esigenza di interventi strutturali per la ripresa del Paese: "Nei mesi scorsi ho auspicato un nuovo patto sociale per gestire la fase che stiamo attraversando e quella che attraverseremo nei prossimi mesi. Lo scopo è la continuazione della crescita e la protezione del potere di acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie. Occorre essere insieme, con il pieno coinvolgimento di governo e parti sociali".

La lotta all'inflazione

Il prossimo decreto legge per aiutare le famiglie e i lavoratori non è un anticipo della manovra. "Anche il primo provvedimento e quello precedente" sarebbero potuti essere considerati tali, spiega il premier. L'azione rapida del governo è necessaria, perché queste sono risposte che "si devono dare immediatamente non è pensabile aspettare perché altrimenti gli effetti negativi si sarebbero pienamente esercitati senza alcuna azione. Se si perde il potere d'acquisto per grandi dimensioni e a lungo i consumi flettono e i consumi sono la parte più importante della domanda e il sistema va in declino". Quasi una lezione di economia da parte di Mario Draghi, che ha dichiarato che non sarà necessario uno scostamento di bilancio.

Le fibrillazioni dei 5 stelle

In risposta a una domanda sulle fibrillazioni di Giuseppe Conte e sulla lettera inviata al premier dal leader del M5s, il presidente del Consiglio ha dichiarato: "Quando ho letto la lettera ho trovato molti punti di convergenza con l'agenda di governo e quindi i temi affrontati nella riunione di oggi con i sindacati sono esattamente in quella direzione, sono punti che era necessario sollevare". Il premier ha aggiunto: "C'è l'esigenza di fare qualcosa per il lavoro povero.

I numeri dell'Istat e dell'Inps sono drammatici, in un contesto che è destinato a peggiorare la situazione per l'inflazione. Un intervento era assolutamente importante e necessario e, se coincide con l'agenda di Conte, sono contento e forse anche lui...".

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