"Avessimo un ministro degli Esteri operativo e credibile, ma non mi sembra che in tutti i Paesi al mondo sia ritenuto tale". Ora Matteo Salvini passa al contrattacco e va giù duro nei confronti di Luigi Di Maio, sbeffeggiando il suo operato come titolare della Farnesina.
"Ha presentato uno pseudo piano di pace che è durato un quarto d'ora e poi non si sa in quale cestino sia finito", dice il leader della Lega che ieri è stato ospite della Prefettura di Milano per le celebrazioni del 2 giugno."Non chiedo medaglie o ringraziamenti ma rivendico il mio diritto di lavorare per la pace", ha chiosato Salvini riferendosi alle critiche ricevute per il suo possibile viaggio a Mosca. Di Maio, autore del "pseudo piano di pace", presentato al segretario generale Onu e già rigettato dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ribatte senza peli sulla lingua. "Le critiche di Salvini? Sembra l'antipasto del Papeete 2", dice il titolare della Farnesina, riferendosi ovviamente all'agosto del 2019, quando il leader del Carroccio fece cadere il governo gialloverde, il primo guidato da Giuseppe Conte. Di Maio parla di "un film già visto" e, rievocando quell'estate, dice:"Iniziò tutto così, criticando i vari ministri del governo fino a staccare la spina". Stavolta, però, secondo il ministro grillino, sarebbe più difficile per Salvini spiegare agli italiani"che a causa di una crisi estiva immotivata" si perderebbero i 200 miliardi del Pnrr.
Un botta e risposta che ricorda, appunto, quelli del primo governo Conte quando Di Maio e Salvini erano entrambi vicepremier e ministri. Il primo deteneva le deleghe di un 'superministero' che comprendeva lo Sviluppo Economico e il Lavoro, mentre il secondo era il discusso titolare del dicastero degli Interni. "Con Salvini lavoro benissimo", dichiarò Salvini all'inizio di quella avventura. Parole che, dopo il "Papeete" vengono subito ritrattate: "Salvini ha pugnalato me e tutto il Paese, ha tradito gli italiani".
La replica di Di Maio, secondo Il Messaggero, è una sorta di messaggio indiretto al leader del M5S, Giuseppe Conte, che appare sempre pronto a rompere con il governo Draghi. Una rottura che rischierebbe di far perdere all'Italia i 200 miliardi del Pnrr.
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