"Non sono diritti ma capricci degli adulti. Ora basta manipolare la natura umana"

Il vescovo di Sanremo Antonio Suetta: "Così calpestano la dignità"

"Non sono diritti ma capricci degli adulti. Ora basta manipolare la natura umana"
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Monsignor Antonio Suetta, vescovo di Sanremo-Ventimiglia, non ha dubbi sulla sentenza della Corte costituzionale: «È una ingiusta invasione sulla dignità umana», dice.

Monsignore, la sentenza di ieri consente a entrambe le madri il diritto di riconoscere il proprio figlio.

«Non so se il testo della Consulta reciti esattamente entrambe le madri. In caso, ci troviamo dinanzi a un falso biologico. Del resto, non possono esistere due madri in natura, dato che la generazione avviene tra un uomo e una donna. Parliamo di un dato oggettivo biologico».

In ogni caso, questa sentenza sulle «madri intenzionali» per la fecondazione assistita all'estero non ha bisogno di interventi del Parlamento. Verrà applicata così.

«Anche se oggi il diritto positivo prevale sul diritto naturale, ritengo la sentenza di oggi alla stregua di un abuso. Si tratta di un'ingiusta invasione sulla dignità umana. Perché purtroppo il diritto positivo, come la sentenza di oggi della Corte costituzionale, guarda in maniera esclusiva a pretese, che non costituiscono diritti. Trattasi per lo più di capricci di soggetti adulti a scapito dei più piccoli».

Dice quindi che sono gli adulti a spingere per ottenere quelli che lei chiama «capricci»?

«Registro un gravissimo squilibrio tra la prepotenza degli adulti e la natura inerme dei più piccoli. Questi ultimi, del tutto innocenti e inconsapevoli, subiscono la ricerca di meri riconoscimenti sociali e non possono in alcun modo intervenire per evitarlo: ne porteranno le conseguenze quando sarà troppo tardi. Alla base di queste richieste alberga soltanto la arbitraria e ideologica volontà di allargare le maglie dei riconoscimenti destrutturando con negativa intenzionalità modelli consolidati e buoni di civiltà autentica».

La sentenza ritiene però «non irragionevole» il divieto oggi persistente per le persone single di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita.

«In tutto l'impianto di questo intervento legislativo non c'è una traccia di ratio o di ragionevolezza. Come la natura insegna, e come insegna del resto la rivelazione divina, la trasmissione della vita è affidata a un uomo e a una donna uniti in un vincolo di comunione, vincolo che costituisce una famiglia. Quando si parla di genitorialità si arriva a toccare la sfera educativa. E un figlio ha il diritto di nascere e crescere all'interno di un contesto formato da un uomo e da una donna in vista non soltanto dell'avvenimento puntuale della generazione, ma di tutto un contesto di accudimento e di accompagnamento educativo».

Altrimenti?

«Altrimenti si manipola un processo che è iscritto nella natura e che è sacro.

Un processo che supera tanto la dimensione giuridica quanto quella tecnologica. Anche se lo Stato lo può decidere e anche se il tecnico lo può fare, una ragione antropologica dice non puoi e non devi. Altrimenti si supera un varco, una soglia, e si sfocia nella ingiustizia e nella disumanità».

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