Coronavirus

Non sono numeri

Le storie delle vittime di Coronavirus, morte sole ma ricordate così

Non sono numeri

Marina scappava da anni in ogni angolo di mondo, come un fuorilegge braccato. Viaggiava senza sosta e senza tregua, e correva, correva, correva, ma non c'è angolo nell'universo che ti può mettere al riparo dal dolore che hai dentro. Ieri si è fermata. «Aveva una treccia lunghissima ed era la donna più solare e positiva che io abbia mai conosciuto - ha scritto la nipote su facebook comunicando agli amici che Marina non c'era più - perse un figlio tanti anni fa, qualcuno di voi forse lo ricorderà, faceva il cantante. Il suo nome era Alex Baroni». Alessandro Guido Baroni detto Alex era la voce soul più bella che avevamo, un talento musicale come Luigi Tenco, cantava Onde, La distanza di un amore, Cambiare. Era il compagno di Giorgia, era dedicata a lui la canzone Gocce, una delle più belle. Il 19 marzo 2002 a Roma, mentre viaggiava con la sua moto sulla circonvallazione Clodia, venne travolto da un'auto, morì dopo 25 giorni, a 35 anni appena. Giorgia in un tweet l'ha salutata come si saluta una mamma: «Ciao Marina, ora tu e Alex siete insieme».

Non sono numeri ma facce, cuori, anime quelle che cadono sotto la falce del coronavirus, storie senza lieto fine, storie di un'umanità che si perde, senza far rumore, come se niente fosse. Come quella di Valter Antonello, ingegnere, 57 anni, simpatico, cordiale, alla mano: lo conoscevano tutti a San Donà di Piave dove viveva con la moglie Valeria e la figlia Giulia, così come tutti conoscevano il papà Rufino, geometra ormai in pensione, 87 anni. Il Covit se li è portati via entrambi, padre e figlio, a poche ore di distanza uno dall'altro. Insieme, come se non ci fosse altra strada se non da fare in due, quella che hanno imboccato una moglie e un marito senza nome, lei infermiera, 64 anni, lui agricoltore, 66. Erano di Garlasco, sono morti a Pavia. Anche la figlia di 28 anni è positiva ed è ricoverata, il figlio è in isolamento in Toscana. Sono andati via a quattro ore di distanza l'uno dall'altra, non hanno avuto il tempo di dirsi addio, ma da qualche parte adesso di sicuro si staranno guardando negli occhi.

Milano piange Paolo «Bigram» Crosti, papà dei Rams Milano e del football americano italiano, difficile dire quanto fosse tenero e buono dietro la scorza del duro. Lo hanno comunicato su facebook i suoi ragazzi, orfani di un padre vero, perchè questo era Paolo, aveva dato la vita allo sport e per crescere uomino. E da vero uomo ha combattuto la sua ultima battaglia.

Ieri è andata via Jessica Barcella, giovane madre di due ragazzi di 13 e 16 anni. È stato proprio il figlio più piccolo ad accorgersi che qualcosa non andava. La madre non si svegliava. «Non ha mai avuto un'influenza nella sua vita - dice la sorella - eppure si è ammalata ed è morta». Raccomanda: «A me dà fastidio vedere la gente che balla e canta sui balconi, semmai si preghi. Non uscite o moriremo tutti». Michele Sarno era ingegnere, aveva compiuto il 6 marzo scorso 54 anni, veniva da Avellino ma viveva a Livorno con la compagna brasiliana Cida Rocha. É svenuto in farmacia dov'era andato a comprare le medicine: «Si è spento in due giorni, non so dove siano le sue ceneri» dice Cida. Che non vuole piangere «perchè gliel'avevo promesso».

Tenisca Spallanzani ha perso la mamma: «Ha smesso piano piano di respirare e la dottoressa dolce, era lì a tenerle la mano, ad accompagnarla perché aveva intuito che il respiro stava cambiando in peggio». Racconta: «Le ho ricordato tutto il mio bene e la mia stima, l'ho ringraziata, baciata e poi l'ho lasciata andare».

Cantava Giorgia al suo Alex Baroni: «Sono gocce di memoria queste lacrime nuove, siamo anime in una storia, incancellabile».

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