Roma - «Sulla Tav saremo imparziali e non ideologici». È questa l'unica concessione, l'unica garanzia di metodo offerta dal governo - con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli schierati l'uno accanto all'altro - alla delegazione dei tredici rappresentanti di 33 organizzazioni imprenditoriali, sindacali e professionali che ieri si è recata a Palazzo Chigi per consegnare il documento con cui il mondo produttivo e le forze sociali chiedono di sbloccare la Torino-Lione. Un segnale insufficiente per una delegazione che per oltre due ore ha elencato i motivi per cui quell'opera è fondamentale e strategica per l'Italia, per la nostra crescita e per le future generazioni, chiedendo in maniera accorata che non si rinviino le decisioni alle calende greche.
L'incontro è interlocutorio. Il governo promette una relazione preliminare entro la fine dell'anno, la delegazione ottiene l'inserimento di un rappresentante nella commissione che dovrà redigerla e la promessa che il premier si rechi a Torino e nei cantieri in Val di Susa per capire di cosa si sta parlando. Il più critico è sicuramente il presidente di Confindustria Torino, Dario Gallina: «L'esito dell'incontro è una concreta dilazione dei tempi dei bandi di gara di qualche mese e questo non è positivo. Chiediamo che l'analisi costi-benefici sia conclusa al più presto e che la Francia non costituisca per questo un pretesto», spiega, lasciando la sede del governo e indicando come «il problema sia solo politico». «Stiamo rinviando la partenza dei lavori a non si sa quando, bloccando 3,5 miliardi di investimenti pronti» ricorda il presidente dell'Associazione Piccole e Medie Imprese di Torino, Corrado Alberto. «Io non voglio evocare i gilet gialli - conclude Corrado Alberto - ma il governo deve sapere che si tira troppo la corda purtroppo si rischia di finire lì».
Una lettura più inquietante viene data dal vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè : «Preoccupa la decisione assunta da Toninelli e dalla sua omologa francese di rinviare al 2019 i bandi per la Tav: all'orizzonte potrebbe esserci una trappola per isolare l'Italia».
«Secondo una notizia che circola, la posizione favorevole espressa dalla Francia in merito al rinvio dei bandi sarebbe il risultato di un'intesa segreta raggiunta tra Francia e Austria tendente a incrementare gli ostacoli, sia sul fronte francese che su quello austriaco, all'uscita delle merci prodotte o trasformate in Italia. Un trucco per penalizzare l'economia nazionale».
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