Nordio critica i magistrati del caso Toti

Il ministro: "Ho letto l'ordinanza, non ho capito nulla". Oggi la sinistra va in piazza

Nordio critica i magistrati del caso Toti
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«Non posso né criticare né commentare l'ordinanza, posso solo dire che ho letto e riletto la Fenomenologia dello spirito di Hegel e son riuscito a capirla. Ho letto l'ordinanza di Genova e non ho capito nulla».

Mentre le opposizioni scendono in piazza per chiedere la cacciata del governatore ligure Toti (indagato e rinchiuso da due mesi agli arresti domiciliari), il ministro della Giustizia Carlo Nordio ironizza in Parlamento sul testo con cui il Tribunale della riesame ha rigettato la richiesta di liberazione. É successo ieri durante il Question time a Montecitorio, quando il Guardasigilli ha risposto alle questioni sollevate dal gruppo centrista Noi Moderati, che chiede (sulla scorta delle «abnormità» rilevate anche da membri del Csm) di valutare l'opportunità di un'ispezione. «Nessuna inchiesta può condizionare la legittimità di una carica determinata dalla volontà popolare», chiosa il Guardasigilli.

Qualche parlamentare rumoreggia da sinistra, ma il caso non sembra smuovere grandi emozioni da quelle parti. Nei capannelli in Transatlantico si discute più di come accorciare la via crucis di decreti e fiducie che separa dalle sospirate vacanze estive(«Potremmo proporre uno sciopero del silenzio in aula contro i soprusi della maggioranza, e tagliare corto», propone scherzosamente un esponente Pd) che dell'adunata anti-Toti promossa per oggi a Genova - con alcune significative dissociazioni - dai leader del centrosinistra. Caleranno in piazza Elly Schlein, Giuseppe Conte (che, fedele al suo credo di «non garantista», dice che «la Liguria non può essere bloccata da un governatore che non vuole dimettersi», come se bastasse l'accusa di un pm a far decadere gli eletti) e il duo Fratoianni-Bonelli.

L'opposizione vede l'occasione per prendersi la Regione, e invoca dimissioni e elezioni. Il candidato è già pronto: il dem Andrea Orlando, predecessore di Nordio. Ed è Orlando a lamentare il «distacco dell'opinione pubblica» dalla caccia giudiziaria a Toti: «Non dobbiamo rassegnarci - dice - non perché vogliamo i forconi sotto casa di Toti, ma perché serve una reazione popolare larga e dobbiamo lavorare perché ci sia».

La manifestazione nasce dunque per questo: alimentare l'onda giustizialista anti-Toti tra i liguri. Dal «Fronte Popolare delle tricoteuse», come lo definisce sarcastico Ettore Rosato di Azione, si tirano fuori Carlo Calenda («É insopportabile usare a fini politici le inchieste, e inaccettabile la connessione tra revoca degli arresti e dimissioni»), +Europa («No a spostare il terreno politico su quello giudiziario», dice Magi) e Italia viva. «Non ci andremo. Noi abbiamo fatto e faremo opposizione a Toti, ma sui contenuti, non certo in quella piazza», dice Lella Paita. Ma anche nel Pd l'entusiasmo per la manifestazione forcaiola dei «non forconi» è scarso. «Domani a Genova? No, sono in partenza per la Cina con una delegazione parlamentare», dice il lombardo Vinicio Peluffo. «Io sarò a Cuneo agli Stati generali della Bellezza», dice Matteo Orfini.

«Io devo andare alla Festa dell'Unità di Varese, e chissà quanto ci metto», dice Gianni Cuperlo. Nico Stumpo la prende larga, e ricorda i lunghi arresti, finiti in nulla, di parlamentari Pse e Pd nel caso Qatargate: «Dovremmo consolarci pensando che in Belgio ci sono pm che battono persino quelli italiani».

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