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«La nostra statua di San Francesco piange»

Calabria, si grida al miracolo. Il parroco: lacrime per 10 giorni. Via alle analisi

Emanuela Fontana

Gli occhi e gli zigomi bagnati. Un liquido trasparente che scivola lungo la barba e sulla mano. «Dobbiamo pregare, pregare». Lo ripete ai fedeli Don Felice Palamara, parroco di Pannaconi. In questa piccola frazione di Cessaniti, provincia di Vibo Valentia, qualcuno grida al miracolo e qualcuno alla farsa. La statua di San Francesco di Paola ha «lacrimato». Ma non per un attimo, e nemmeno per un pomeriggio. Per dieci giorni. E non l'ha vista solo il parroco. L'hanno vista in tanti, nella chiesa di San Nicola. La statua di legno del diciottesimo secolo ha iniziato a produrre un liquido al di sotto degli occhi una mattina e non si è fermata. Ora è stata portata via. «È un paio di giorni che la statua è andata», confermano in paese. Precisamente da mercoledì: l'ha presa in custodia il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, che ora la trattiene nella sua cappella privata. In questi tre giorni, fa sapere una fonte della Curia, la statua non ha lacrimato. Il vescovo la osserva, San Francesco è sotto indagine. «Appena si verificherà una presunta lacrimazione partiranno eventuali analisi». Analisi chimiche: la scienza dovrà confermare il miracolo o confutarlo.

«L'ho vista» conferma al Giornale Giuseppe, un testimone, che posta sui social il primo piano dell'occhio della statua. «La statua ha pianto per dieci giorni consecutivi, e la sclera, nel momento in cui piangeva, era arrossata. Quando poi ha smesso è tornata bianca».

San Francesco ha iniziato a piangere una misteriosa sostanza mentre si trovava in un deposito perché doveva essere restaurato a breve, appena fossero state raccolte le offerte sufficienti. È rimasto esposto ai fedeli per poco tempo. Il parroco l'ha tenuto in sacrestia per nove giorni prima di mostrarlo in chiesa. Ha consultato anche un esperto restauratore, il quale avrebbe sostenuto che difficilmente si può creare umidità su una scultura di legno. Si racconta che una serie di sogni avrebbero preceduto lo strano fenomeno degli occhi tristi.

Il primo a invitare alla prudenza è proprio il parroco di Pannaconi, don Felice. «Non sappiamo se si tratti di umidità, di condensa oppure di lacrime umane», ha ripetuto in questi giorni. «Ma una cosa è certa: che dagli occhi per dieci giorni sgorgavano liquidi di fronte a tanti testimoni. Adesso sarà la Curia, nella persona del vescovo Luigi Renzo a prendersi cura della statua per valutare questa situazione. Non servono inutili parole serve preghiera, preghiera, preghiera». Si unisce al no «ai sensazionalismi» il sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo.

Prima di decidere di prendere in custodia la statua, monsignor Renzo aveva già avanzato l'ipotesi di coinvolgere «specialisti per i prelievi e procedere alle analisi chimiche. Al momento questo fenomeno non aggiunge nulla al mistero di Dio», ha chiarito il vescovo. Occorre «andare con i piedi di piombo prima di gridare al miracolo.

Occorre aprire il cuore al prossimo e testimoniare il Vangelo».

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