Notti alcoliche pure in Versilia, giovane in coma

nostro inviato a Forte dei Marmi (Lucca)

Non c'è solo il Salento, la Riviera friulana o quella Adriatica. Droghe, alcol, sballo ed eccessi in questa lunga estate 2015 riguardano un po' tutte le località balneari. Anche la tranquilla Versilia ha fatto registrare alcuni casi limite come quello di ieri a Marina di Pietrasanta. Un ragazzino di Parma, appena 15enne, è finito in ospedale in coma etilico. Gli agenti della municipale lo hanno trovato da solo, disteso su un'aiuola in piena notte, dopo essere caduto dalla bicicletta. Era arrivato da poche ore in Versilia con un gruppo di amici più grandi che pare lo volessero «iniziare» all'alcol.

Come in una roulette russa, i maggiorenni hanno prima fatto rifornimento in un negozio di Marina e poi hanno distribuito le birre e la vodka anche ai più piccoli. Un problema, quello dell'alcol venduto nei market che sta allarmando non poco i sindaci del litorale. «Questi giovanissimi stanno esagerando – dice Umberto Buratti, sindaco di Forte dei Marmi -. Già a 14 anni trovano chi gli vende alcol, mettendosi d'accordo coi ragazzi più grandi. Credo che si debba intervenire nelle scuole e sulle famiglie che hanno il dovere di seguire di più questi ragazzi». Per prevenire incidenti i comuni hanno istituito il «Versilia by night», il bus notturno che da Torre del Lago arriva fino a Forte dei Marmi, collegando i luoghi più frequentati dal popolo della notte.

Dopo il caso Cocoricò, infatti, chiuso per 4 mesi dopo la morte per droga di un sedicenne, vicenda che ha scandalizzato tutta Italia, e anche in Versilia il fenomeno si fa sentire l'effetto domino che ne è scaturito con la caccia alle streghe per i locali che vanno dalla Riviera Romagnola a quella friulana, con la chiusura del Kursaal (poi riaperto). Al Beach Club, discoteca alla moda alle porte di Forte dei Marmi (nel Comune di Montignoso) qualche sera fa la Finanza ha pizzicato due giovani toscani che vendevano droga ai clienti del locale. Avevano addosso 31 dosi di cocaina, 3 dosi di hashish e 7 dosi di methylenedioxyamphetamine, lo stesso allucinogeno che a luglio uccise il giovane Lamberto al Cocoricò di Riccione. Negli ultimi anni lo spaccio di stupefacenti nelle pinete versiliesi, completamente lasciate al buio, è cresciuto esponenzialmente: dalla Darsena alla pineta di Ponente, dal parco dietro l'Esselunga di Lido di Camaiore ad ogni zona verde leggermente appartata anche nell'entroterra. «Quelli vendono la droga – dice una signora seduta su una panchina della pineta di Ponente – ormai la pineta è loro. Sono ragazzi sulla ventina, provenienti da Marocco o Algeria. Hanno fumo e cocaina, che gli rende anche 2mila euro al mese. E la sera si vedono in giro anche in Passeggiata a Viareggio. Uno, in camicia e mocassini, se non fosse a cavallo di una bici, probabilmente rubata, non diresti mai che sia un pusher. La polizia passa, guarda se c'è il nordafricano di turno, ma poi va via». «Siamo pochi e costretti ad intervenire in maniera grossolana - dicono dalla municipale -.

Una trentina di agenti che devono coprire una zona troppo vasta, senza cani anti-droga». Il prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro, ha chiesto per la Versilia rinforzi al ministero dell'Interno. In attesa che arrivino, bande di malviventi continuano a spacciare.

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