A pensarci bene gli inglesi non sono mai entrati nell'unione europea. In Europa, sì, per evidenti desideri o bisogni commerciali, finanziari e turistici ma la comunità no, è una cosa troppo distante, non soltanto geograficamente, dalla testa di chi vive sull'isola e nel regno che dicesi unito anche se i cuori coraggiosi di Scozia muoiono dalla voglia di indipendenza, oggi più di ieri, dopo la stravittoria di Boris Jonhson, il cui successo viene letto, dai nuovi cultori di psicologia, come la reazione a un'incertezza che si trascinava da tempo, troppo tempo e che lady May non aveva saputo affrontare, chiarire e risolvere, fino al punto di abbandonare tra le lacrime. Per dirla breve, gli inglesi erano stufi della commedia sulla Brexit, erano annoiati delle beghe europee e soprattutto diffidenti di un'associazione di moneta e di interessi mascherata come unione, loro che conoscono bene gli affanni dell'United Kingdom. Eppoi stare a fare i conti con tedeschi e francesi rappresenta proprio un oltraggio, una sfida inaccettabile per i sovrani di Elisabetta II che con quei due Paesi ha conti in sospeso, al di là delle manifestazioni diplomatiche di repertorio.
Corbynexit è la risposta di un popolo che bada al sodo e che non sa che fare della propaganda di sinistra, del disprezzo con il quale il corteo labour ha trattato gli «ignoranti» conservatori, perché nelle terre del nord hanno vinto, cioè votato a favore di BJ, quelli che non fanno parte dell'élite finanziaria o professionale, ha vinto la classe media, formata da coloro i quali si sono stancati, e sono stanchi ancora, della demagogia e delle minacce fiscali dei laburisti di Corbyn, il tradizionale muro rosso di quella zona del Paese si è tinto di blu e non trattasi soltanto di un cambiamento cromatico. Questi inglesi hanno smentito i parolai a gettone, l'appello di Hugh Grant, favorevole al remain, è rimasto negli spot televisivi, così come gli attacchi pesanti di Robert De Niro a Donald Trump. L'uso in politica dei personaggi dello spettacolo è trappola mortale per gli stessi e ha molte contraddizioni, soprattutto in un popolo che non vive i privilegi di Hollywood o di Mayfair. Una realtà che è diversa da quella raccontata e propagandata nelle sofisticate tribune elettorali, una sostanza sociale che non sta certo nella forma sciccosa della gauche caviar di certi corrispondenti (soprattutto ex) della Rai, frequentatori di Buckingham ma non di Brixton, così come di alcuni politici nostrani affranti, tipo il Monti ex primo ministro e senatore, che ha definito i Tories inglesi e i repubblicani americani, della stessa cifra e educazione, dunque usando l'arroganza e il disdegno tipici di chi conosce il salotto ma non è mai entrato in cantina.
Se, dopo cento e un anno è caduta la Stalingrado (da noi, Sesto San Giovanni) d'Inghilterra, la città di Workington, nella contea di Cumbria, simbolo rosso da sempre, il motivo è semplice. Anzi, elementare Johnson. Informate il senatore Monti e i giornalisti di corte. A gennaio, giorno trentuno.
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