I sondaggisti su Renzi: "Il nuovo partito? Avrà tra il 3 e il 5%"

Le prime previsioni dei sondaggisti: la forbice sarebbe tra il 3% e l'8%. Buttaroni avverte: "Renzi e i suoi ministri devono augurarsi che il governo Conte faccia bene ma non benissimo"

I sondaggisti su Renzi: "Il nuovo partito? Avrà tra il 3 e il 5%"

Dopo l'addio di Matteo Renzi al Partito democratico, iniziano le analisi relative al suo nuovo partito. L'ex presidente del Consiglio ha avvertito che formerà due gruppi parlamentari: "Uno di 25 deputati alla Camera e un altro tra i 12-15 senatori a Palazzo Madama. Due nuovi soggetti che saranno decisivi per la maggioranza e per il governo".

Il Corriere della Sera ha interpellato alcuni sondaggisti per studiare il bacino di utenza in attesa del simbolo ufficiale ma soprattutto del nome del "partito di Renzi", la cui forbice sarebbe tra il 3% e l'8%. Si tratta ovviamente di stime a caldo, ma la sensazione è che andrebbe quasi sicuramente sotto il 10%.

Attenzione a Conte

Stando a quanto riferito da Carlo Buttaroni (Tecné), l'avversario principale dell'ex premier porta il nome di Giuseppe Conte: "I due potrebbero entrare direttamente in concorrenza e per questo Renzi e i suoi ministri devono augurarsi che il governo Conte faccia bene ma non benissimo. Altrimenti il dividendo se lo prendono altri".

Alessandra Ghisleri (Euromedia Research) ricorda invece la rilevazione fatta verso marzo, quando si iniziò a vociferare della separazione in casa dem: "Allora misurammo il bacino di utenza degli elettori potenzialmente interessati al progetto e lo fissammo tra il 6% e l’8%, specificando anche che non tutti gli interessati avrebbero poi votato un eventuale “partito di Renzi”".

Roberto Weber (Ixè) rivela la strategia ideata da Renzi: "Il suo è un calcolo politico che punta a un’area moderata, che corteggia l’elettore attratto dalla politica del fare e non si trova con un governo troppo sbilanciato a sinistra".

Il fondatore di YouTrend, Lorenzo Pregliasco, parte invece dal dato

della fiducia nel periodo della crisi di governo: "In quei giorni la fiducia in Renzi era del 15-20% . Un dato molto basso che realisticamente accredita un partito che si richiama a Renzi intorno al 3%-3,5%".

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