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Nuovo schiaffo a Trump. Picconata repubblicana al muro con il Messico

Il presidente tradito da 40 dei suoi al Congresso. Mancano 1,4 miliardi da mettere nel bilancio

Nuovo schiaffo a Trump. Picconata repubblicana al muro con il Messico

New York - Il tanto propagandato e sbandierato muro lungo il confine messicano non si farà più, al momento. Forse se ne riparlerà il prossimo anno oppure è tutto rimandato alle calende greche. Per il presidente Trump è una seconda pesante e bruciante sconfitta, nel giro di poche settimane, dopo quella sull'Obamacare, quando i repubblicani, che hanno una schiacciante maggioranza in Congresso (238 contro appena 193 democratici), non sono riusciti a mettersi d'accordo su come cancellare e approvare una nuova riforma medico-sanitaria che coinvolge 24 milioni di americani.

Anche questa volta i repubblicani nel Congresso non sono riusciti a trovare un compromesso per mettere nella prima legge di bilancio dell'amministrazione Trump, che sarà votata venerdì, la miseria di 1,4 miliardi di dollari necessari per continuare lo studio, la progettazione e i primi appalti del muro messicano fortemente voluto dal presidente, che ne ha fatto una priorità assieme al Muslin ban e all'abolizione dell'Obamacare durante la campagna elettorale. Il tycoon ha accusato il colpo, ma nel suo immancabile tweet di primo mattina spera ancora nella costruzione del muro. «Non fatevi ingannare dai media disonesti che io abbia cambiato la mia posizione politica sul muro! Lo farò costruire e ciò aiuterà a fermare il traffico di droga e quello di esseri umani».

Anche Kellyanne Conway, una delle più ascoltate adviser di Trump alla Casa Bianca, ha dovuto ammettere la sconfitta politica. «Non questa settimana, troveremo i fondi necessari per costruire il muro a fine anno oppure nel 2018. Ma li troveremo perché è una priorità del presidente». Ma tra il dire e il fare, c'è di mezzo il Congresso con i repubblicani spaccati, mentre i democratici in blocco rifiutano la costruzione del muro messicano. Ricordiamo che gli Stati Uniti dividono circa 3.201 chilometri di confine con il Messico. Diverse tipologie di muri sono già stati costruiti per circa mille chilometri dalle amministrazioni Clinton, George Bush e anche da quella Obama nel biennio 2009-2010. Il progetto di Trump è di costruire il muro lungo i restanti 1.900 chilometri e interessa quei confini oggi delimitati dal Rio Grande.

Come era già successo con l'abolizione dell'Obamacare «salvata» da 34 congressmen del Freedom Caucus (gli ultra conservatori del Tea party), sono stati questa volta 35-40 repubblicani, eletti nel Texas, New Messico, Arizona e California a opporsi al finanziamento. Ironia della sorte e giochi politici di pura sopravvivenza e di attaccamento alla poltrona, sono i congressmen repubblicani eletti nei distretti a ridosso o lungo il confine messicano a opporsi strenuamente al muro, perché prevede l'esproprio di infiniti lotti di terreni assai fertili oppure di enorme valore di mercato a migliaia e migliaia di piccoli e grandi proprietari. Si tratta di aziende agricole, ricchi ranch texani o terreni edificabili di enorme valore di mercato, come nelle aree metropolitane di San Diego ed El Paso, che verrebbero acquisiti dallo Stato federale per pochi spiccioli.

E quando c'è di mezzo il dio dollaro, quando lo Stato federale mette le mani nel portafoglio del contribuente americano, non c'è distinzione tra repubblicani e democratici.

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