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Ecco perché il Pd non può staccarsi dal M5S

Il Pd non sembra voler mollare il M5S, ma anzi sta facendo di tutto perché il governo Draghi prosegua "con questa maggioranza"

Ecco perché il Pd non può staccarsi dal M5S

Il governo è a un bivio. Se Forza Italia e Lega hanno preso atto che i Cinquestelle non sono più dei partner di governo affidabili, Il Pd non sembra voler mollare il M5S.

“La situazione è molto complicata, siamo a un passo dalla rottura”, fanno sapere in casa Pd dove si sta vivendo un vero e proprio psicodramma. Nessuno si aspettava che Giuseppe Conte arrivasse a compiere uno strappo che viene unanimamente definito “irresponsabile” dai democratici. Ora sono in campo i 'pontieri' nel tentativo di ricomporre una frattura che pare insanabile. “Stiamo cercando di trovare le condizioni perché questa maggioranza possa continuare ad andare avanti”, ci viene detto. “Questa maggioranza, non un'altra”, è il messaggio che arriva forte e chiaro da Largo del Nazareno. “Noi stiamo lavorando per ricomporre il perimetro dell'attuale maggioranza, rafforzare il governo e non per ingrossare le fila delle opposizioni”, spiega il deputato Walter Verini a ilGiornale.it, spiegando che i prossimi giorni saranno decisivi. “Da qui a mercoledì bisogna che tutte le forze della maggioranza rinnovino una fiducia vera e autentica al presidente Draghi. Il M5S deve tornare indietro rispetto al grave errore che ha compiuto ieri”, ha aggiunto il deputato Verini. Anche i senatori dem, che hanno vissuto una settimana assai convulsa, sono convinti del fatto che sia complicato dar vita a un governo senza Draghi “così com'è complicato che questo esecutivo prosegua senza il M5S”.

Sembra quasi che Pd e Cinquestelle siano vincolati da un legame indissolubile che solo Mario Draghi può spezzare. “Da come i grillini si comporteranno in questo passaggio parlamentare, dipenderanno i rapporti futuri tra noi e loro”, sottolinea Verini. Dentro il Pd, infatti, l'idea di star dentro a un esecutivo sbilanciato troppo verso il centrodestra non entusiasma affatto. Ma non solo. Come potrebbe il Pd, partito draghiano per eccellenza, allearsi col partito responsabile della caduta di questo governo? Il fantomatico 'campo largo' potrebbe diventare ancora più stretto, sebbene il M5S sia convinto che nulla sia ancora deciso o perduto. “Se Mattarella ha dato tempo fino a mercoledì significa che da qui a mercoledì succederà di tutto”, ci dice un pentastellato al secondo mandato. “Oggi non sappiamo, ma il Capo dello Stato potrebbe anche fare nuove consultazioni e dare il mandato a un altro”, ipotizza il grillino che, poi, precisa: “In ogni caso, noi non saremo al governo”. Una strada, quella dell'opposizione, che Conte ha intrapreso “principalmente per le fortissime pressioni dei gruppi parlamentari” e, dunque, vi saranno pochissime defezioni in direzione di Luigi Di Maio. I pentastellati, infine, sono sicuri che il Pd non è nelle condizioni di poter rinunciare a correre insieme a loro alle prossime elezioni.

“Con questa legge elettorale, l'alleanza Pd-Cinquestelle rimarrà altrimenti il centrodestra vincerà tutti i collegi uninominali”, dice la nostra fonte grillina, sicura che il Pd, tra Conte e Di Maio, scelga ancora il primo.

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