Gli obiettivi ucraini: depositi petroliferi e centri militari

La regione di Smolensk nel mirino. Mosca pronta a reagire contro i Paesi Baltici

Gli obiettivi ucraini: depositi petroliferi e centri militari
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Se Kiev dovesse attaccare Mosca con le armi Nato, il Cremlino potrebbe reagire, in accordo con Lukashenko, congiungendo il territorio di Minsk a Kaliningrad per tagliar fuori i Paesi Baltici dal collegamento con il resto dell'Europa. Sembrano scenari distopici, ma non lo sono.

Del resto, colpire specifici obiettivi militari in territorio russo, fino in profondità, come chiede il segretario dell'Alleanza Stoltenberg e come del resto sta invocando Zelensky, è un rischio che va corso per salvare dalla ritirata l'Ucraina che nell'Est perde uomini, attrezzature e chilometri. Kiev si trova costretta a rivedere le strategie assieme agli alleati. La direzione della guerra è cambiata in favore di Mosca e i rifornimenti bellici, che finalmente arriveranno entro la fine di giugno, ma con grosse perplessità sugli F-16, serviranno per fortificare le linee difensive e per operazioni chirurgiche sul territorio russo. Si parla dei depositi petroliferi nella regione russa di Smolensk, di quelli di munizioni di Ulianovsk, ma soprattutto di Niznji Tagil, dove sorge la Uralvagonzavo, il più grande centro di produzione di carri armati e vagoni ferroviari al mondo. Ma non va esclusa la possibilità che le truppe del comandante Syrskyj possano attaccare il territorio della Bielorussia. Voce che viene confermata da apparati militari, così come dal governo lituano.

Tuttavia Mosca ha già studiato i piani per una risposta efficace. Mettere le mani sui Paesi Baltici è un vecchio sogno di Putin, così come far crescere la tensione sul confine tra Bielorussia e Polonia, con attentati degli ex wagneriani, e muovere i suoi uomini sia in Transnistria che a Minsk, per aprire un nuovo fronte nell'ovest dell'Ucraina fino a Kiev, e colpire e minacciare il quartiere governativo della capitale, dove si trovano, tra le altre cose, le principali ambasciate dei Paesi occidentali. Un allargamento del conflitto ad altri membri della Nato non può essere escluso a priori, sebbene non sia chiaramente nell'interesse di nessuno dei contendenti, con l'eccezione di Kiev che non ha più nulla da perdere.

E gli Usa? Con una significativa inversione di rotta, giovedì la Casa Bianca ha dichiarato per la prima volta che consentirà alle forze ucraine di effettuare attacchi limitati con armi fornite Usa all'interno della Russia, ma attorno all'area di Kharkiv. Washington ha posto un limite sul tipo di armi, vietando l'utilizzo di Atacms o missili a lungo raggio, soprattutto in Crimea.

Gli alleati si aspettano che i raid oltre il confine, avvengano in linea con il diritto internazionale e in modo responsabile, ma al tempo stesso starebbero già inviando uomini sul campo. Lo sostengono alcuni parlamentari di Mosca, rivelando ieri sera alla Duma che il primo gruppo di istruttori militari francesi si sta già dirigendo in Ucraina.

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