
Guardando le immagini delle università italiane ostaggio dei collettivi e dei movimenti radicali pro Pal tra occupazioni, cortei, atti di violenza, viene da chiedersi se il diritto allo studio sia ancora garantito in Italia. Da settimane infatti, con la scusa della Palestina, minoranze violente e prevaricatrici impediscono a decine di migliaia di studenti di poter svolgere in tranquillità le lezioni, una situazione che ha subito un'accelerazione negli ultimi giorni con l'avvicinarsi della Flotilla a Gaza.
La situazione più critica è all'Università La Sapienza di Roma dove, oltre all'occupazione della facoltà di Scienze politiche annunciata fino al 4 ottobre, giorno in cui si svolgerà un corteo nazionale, sono stati lanciati petardi e non sono mancati gesti intimidatori da parte dei collettivi nei confronti di vari studenti la cui unica colpa è quella di voler seguire in tranquillità le lezioni.
"Le occupazioni a La Sapienza - come spiega Nicola D'Ambrosio, presidente di Azione Universitaria - più che spontaneo attivismo studentesco sono l'ennesimo pretesto con cui collettivi e sinistra democratica alimentano un perenne clima di tensione, sempre più spesso sfociato persino nello scontro fisico".
A Torino si è invece svolta una manifestazione dei collettivi universitari davanti alla Cavallerizza Reale in concomitanza con la cerimonia di insediamento della nuova rettrice dell'Università Cristina Prandi, mentre a Genova rimane occupato il rettorato dell'ateneo ligure. In Veneto, a Padova, gli attivisti del Collettivo Autorganizzato Universitario (Cau) hanno bloccato l'accesso al Polo Beato Pellegrino dell'Ateneo con striscioni delimitando l'ingresso con un nastro rosso. Non paghi, sono entrati nelle aule interrompendo le lezioni e invitando gli altri studenti a unirsi all'occupazione del Dipartimento di Sociologia. Anche alla Statale di Milano continuano le proteste mentre a Napoli il Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli ed Ecopol hanno occupato l'Orientale e la Federico II.
Eppure, come spiega a Il Giornale Fabio Roscani, parlamentare e Presidente di Gioventù Nazionale, questo modo di agire non riguarda la maggioranza degli studenti: "I petardi, le minacce e la violenza sono da delinquenti che giocano a fare i rivoluzionari e devono essere condannate da tutti, non vogliamo tornare negli anni di piombo. Strumentalizzare la causa palestinese e chiedere la pace con la guerriglia urbana non è certamente la strada giusta".
Nonostante ciò, aggiunge a Il Giornale Luca Toccalini, parlamentare e Segretario della Lega Giovani: "È vergognoso vedere ancora una volta i collettivi di sinistra ostacolare il diritto allo studio degli studenti. Vadano a manifestare in piazza con regolare permesso, senza devastare città e stazioni. Non occupando illegalmente intere facoltà".
Intanto, mentre c'è chi sa solo occupare con la violenza e la prevaricazione, il Ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini porta avanti gesti concreti e ieri
si è recata ad Amman in Giordania per accogliere personalmente 39 tra studenti, ricercatori e visiting professor palestinesi che arriveranno nel nostro Paese per proseguire il percorso accademico nelle università italiane.