Odissea sul Frecciarossa: si rompe in galleria 3 ore d'incubo al buio e senza aria condizionata

Convoglio in avaria nel tunnel del Mugello. Passeggeri sui binari e malori a bordo

Nino Materi

Quando un capotreno pronuncia le due fatidiche parole, «guasto» e «locomotore», vuol dire che vi aspetta una giornata terribile; se poi lo stesso ferroviere aggiunge «ripartiremo il prima possibile», vuol dire che l'incubo potrebbe perfino virare in orrore. Certo è che dopo quel - per nulla rassicurante - «ripartiremo il prima possibile», accade puntualmente che del suddetto ferroviere si perderanno del tutte le tracce e nessuna (nes-su-na) informazione verrà più data ai passeggeri del treno in panne.

Per conferma basta chiedere ai malcapitati ospiti del Fracciarossa 9514 Salerno-Milano che ieri si sono ritrovati con il supertreno (orgoglio delle flotta Trenitalia), in avaria nel bel mezzo di una galleria del Mugello. Il guasto, causato da un black out elettrico, si è verificato tra Firenze Castello e San Piero a Sieve, sulla linea Firenze-Bologna. Il convoglio, privo di corrente, è rimasto ovviamente anche senza aria condizionata: situazione che provocato malori in varie persone. E meno male che a bordo c'era un medico.

Per i dannati del Frecciarossa Salerno-Milano è quindi cominciata - come si dice in questi casi, usando una frase che denota sempre gran cultura - un'«odissea infinita»: tre ore di attesa in un buio illuminato solo dalle luci dei cellulari (con molti passeggeri che sono, pericolosamente, scesi sui binari) prima che il treno, alle 13.15, venisse trainato fino alla stazione Santa Maria Novella di Firenze, dove poi è avvenuto il trasbordo su un altro Frecciarossa.

Tra i «prigionieri» in galleria anche Pierangelo Dacrema, professore universitario, la cui testimonianza è stata raccolta dal sito del Corriere della Sera: «Sono salito a Firenze. Il treno si è bloccato in galleria poco dopo. Ci hanno detto che saremmo ripartiti dopo 10 minuti, ma così non è stato. Dopo 40 minuti ci hanno detto che il locomotore era guasto». «Locomotore» e «guasto», sempre loro: le due parole maledette che perseguitano i forzati delle rotaie.

Il professor Dacrema (quasi omonimo del «celebre» Roberto Da Crema, «il Baffo» re delle televendite, ndr) prosegue nel suo racconto: «In carrozza era buio. Dopo qualche tempo alcuni passeggeri hanno cominciato a sentirsi male. Chi per asma, chi per claustrofobia. Un medico che era a bordo è dovuto intervenire in diversi casi». E poi: «L'aria condizionata non funzionava. Una signora in particolare si è sentita male. Non si reggeva in piedi e le mancava l'aria. Eccezionalmente per lei sono state aperte le porte e un controllore l'ha adagiata: le ha fatto aria con una rivista per un'ora».

Assistenza adeguata, quindi? «Non completamente - risponde il docente -. Nessuno ci ha portato dell'acqua. A me l'ha data un altro passeggero. Invece quando siamo saliti sul treno sostitutivo a Firenze ognuno aveva l'acqua sul sedile».

Trenitalia tiene a precisare che «per i viaggiatori sarà garantito il rimborso integrale del biglietto».

Quando si dice la gentilezza.

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