La domanda che viene spontaneo farsi è: ma quanto è grande sta Umbria oggi chiamata al voto? Perché la risposta dei politici negli ultimi giorni è ballerina, dipende se pensano di vincere le elezioni (in questo caso è una regione importantissima) o se hanno paura di perderle, cosa che li porta a dire come Giuseppe Conte: «L’Umbria test nazionale? Non scherziamo, ha meno abitanti di Foggia». E allora? Dobbiamo forse aspettare che si voti a Foggia per capire l’aria che tira nel Paese dopo il ribaltone che ha terremotato la politica?
In realtà gli umbri - razza tosta - pochi o tanti che siano, oggi non si contano (per la cronaca sono 900mila) ma si pesano, eccome se si pesano. Non per scelta, ma per caso, è infatti capitato a loro decidere se mettere in rampa di lancio anche politicamente la neonata maggioranza tra Cinque Stelle e Pd o affossarla forse per sempre.
Si sa, i neonati sono fragili, a volte basta un raffreddore per comprometterne la crescita. Lo hanno capito anche i capi della strana alleanza, tanto che dopo settimane passate a minimizzare le elezioni umbre, venerdì si sono precipitati sul posto a farsi fotografare per la prima volta insieme trascinando con sé anche l’ostaggio Giuseppe Conte, come a dire: non fare il furbo, se perdiamo noi perdi anche tu. È stata una sorta di «prima comunione» pagana, e blasfema in quanto falsa e specchio dell’ipocrisia che sta alla base di questa alleanza.
Di Maio e Zingaretti hanno letto gli ultimi sondaggi, secretati all’opinione pubblica in base a una stupida legge, ma noti agli addetti ai lavori. E se la sono fatta sotto (direi a ragione, quei sondaggi li abbiamo letti anche noi). Prendere atto che Pd e Cinque Stelle non sono maggioranza nel Paese non può restare senza conseguenze sulla compattezza del governo, non dico sul breve ma sul medio periodo.
Attenzione, le urne sono sempre una incognita, ma per strappare la vittoria al centrodestra unito alle sinistre servirebbe un miracolo.
È vero che bisognerebbe scherzare sui fanti ma lasciare stare i santi, ma oggi facciamo una eccezione e ci appelliamo al più famoso umbro della storia: caro San Francesco, visto che sei patrono dell’Italia e che di miracoli ne hai già fatti tanti, oggi guarda giù ma astieniti da lavorare. In fondo è domenica, giornata dedicata al riposo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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