Politica

Onu, il Papa difende i cristiani «Contro di loro odio e pazzia»

Applaudito dai potenti del mondo, Francesco invoca «per tutti casa, lavoro, terra e libertà». Appello per fermare le persecuzioni

Dopo Washington, Papa Francesco conquista anche New York. Seconda standing ovation per Jorge Mario Bergoglio. Questa volta è la platea dei potenti del mondo ad applaudire il Pontefice argentino per il suo storico discorso alle Nazioni Unite. Discorso pronunciato in spagnolo e interrotto 27 volte da lunghi applausi. Lo ascoltano attentamente i grandi della Terra. Tra le prime file, in abito azzurro, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, che per una giornata ha messo da parte lo scandalo Volkswagen. Presenti anche il leader cubano Raul Castro (che ha seguito passo passo il Papa durante il suo storico viaggio a Cuba), Bill Gates, il Premio Nobel per la Pace, Malala Yousefazi, la presidente del Cile, Michelle Bachelet.

Bergoglio arriva all'Onu per parlare alla 70esima Assemblea generale dell'organismo. Per la prima volta, la bandiera vaticana viene issata davanti al Palazzo di Vetro, sulla First Avenue. Plaude al ruolo e all'attività dell'Onu, Papa Francesco, ma scuote i potenti del mondo a una «maggiore equità» tra i Paesi membri e invita a «limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei confronti dei Paesi in via di sviluppo». Il Pontefice chiede ai grandi della Terra di «evitare l'asfissiante sottomissione dei Paesi più poveri a sistemi creditizi». Più equità, è il sogno di Bergoglio, soprattutto negli organi decisionali come il Consiglio di Sicurezza, gli organismi finanziari e i gruppi creati specificatamente per affrontare le crisi economiche. Insomma, si ascolti anche il grido dei Paesi poveri.

In un altro passaggio del lungo intervento, il Papa chiede che siano garantiti a tutti «casa, lavoro e terra». E domanda anche il «diritto all'istruzione» e il «diritto primario della famiglia a educare».

È l'ambiente il tema centrale del discorso: «L'esclusione economica e sociale - avverte - è una negazione totale della fraternità umana e un gravissimo attentato ai diritti umani e all'ambiente. La guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all'ambiente», ripete.

Condanna la cultura dello scarto e le ideologie: «Il potere tecnologico, nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche, è capace di produrre tremende atrocità». Infine un appello per la difesa dei cristiani che, «insieme ad altri gruppi culturali o etnici e anche con quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall'odio e dalla pazzia», sono vittime di persecuzioni in Medio Oriente, Maghreb e Africa.

Come nell'intervento di due giorni fa al Congresso a Washington (quando aveva ricordato «quattro grandi americani») all'Onu, il Papa cita Paolo VI e il gaucho argentino Martin Fierro, un classico della letteratura latino-americana: «I fratelli siano uniti perché questa è la prima legge. Abbiano una vera unione in qualsiasi tempo, perché se litigano tra di loro li divoreranno quelli di fuori».

Bergoglio è il quarto pontefice a parlare alle Nazioni Uniti: il primo fu Paolo VI nel 1965; poi fu la volta di Giovanni Paolo II (nel 1979 e nel 1995) e Benedetto XVI nel 2008.

Dopo la storica visita al Palazzo di Vetro, il Papa si è recato al Memoriale di Ground Zero dove ha incontrato alcuni familiari delle vittime dell'11 settembre. «La vita è sempre destinata a trionfare sui profeti della distruzione, sulla morte».

Oggi e domani il Papa sarà a Philadelphia per l'Incontro mondiale delle famiglie. Ad attenderlo anche una straordinaria installazione artistica composta da quarantamila preghiere scritte, annodate e poi liberate nel cortile della Basilica di St. Peter and Paul. Ma intanto il successo a New York è intascato.

Tanto che il quotidiano New York Post ha cambiato la sua testata in New York Pope .

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