Il momento che sta attraversando il governo non è certamente uno dei migliori. Una grana è spuntata nelle scorse nell'ambito della discussione sugli Stati generali: Giuseppe Conte e Dario Franceschini si sono resi protagonisti di un acceso scontro sul tema. Il ministro per i Beni culturali avrebbe chiesto spiegazioni su un'iniziativa del premier che "non era stata condivisa" e che "ha sorpreso tutti". È seguito poi l'intervento di Teresa Bellanova per invitare tutti i colleghi a lavorare per trovare una "sintesi" visto che nella maggioranza vi sono diverse sensibilità su "questioni essenziali e punti prioritari condivisi". Una situazione che non lascia affatto tranquillo il presidente del Consiglio che, mentre stava organizzando gli Stati generali dell'economia, si sarebbe sfogato: "C’è un pezzo di Stato che rema contro le riforme e contro il governo".
Una vera e propria frecciatina dopo i ritardi di alcuni Ministeri, le approssimazioni, le incertezze e le resistenze nei confronti del suo decreto legge su semplificazioni, appalti e infrastrutture. In serata da Palazzo Chigi arriva la smentita: "La frase è totalmente inventata e come tale non può essere ritrattata, perché queste parole non sono mai state pronunciate", dicono fonti governative, "Così come è totalmente privo di fondamento lo stesso ragionamento che si sta costruendo su questa non notizia, in quanto non appartiene neppure lontanamente alla cultura e al senso dello Stato del Presidente Conte. Allo stesso tempo non c'è alcun attrito nè con il ministro Gualtieri e nè tra Palazzo Chigi con la struttura del Ministero dell'Economia".
Eppure sull'evento permangono infiniti dubbi: chi saranno gli invitati? Quando è previsto l'inizio? In quale stato di fiducia si presenterà l'avvocato? Domande rimaste ancora senza risposta. Si può solamente provare a ipotizzare sulla base delle voci che arrivano: stando a quanto appreso e riferito dal Corriere della Sera, il capo dell'esecutivo giallorosso avrebbe invitato Ursula von der Leyen (il presidente della Commissione europea), David Sassoli (il presidente del Parlamento Ue), alcuni premi Nobel e qualche economista di fama internazionale. Ma appare evidente che anche i sindacati, Confindustria e l'opposizione si aspettano di essere invitati. Pure diversi ministri "a tema", oltre ai capidelegazione, vorrebbero partecipare.
Scoppia il "caso Colao"
Gli Stati generali dovrebbero iniziare tra due o tre giorni; potrebbero durare cinque giorni piuttosto che tre a Villa Doria Pamphili. Modalità e obiettivi sono nodi ancora da sciogliere. E per il momento sembra una situazione molto intricata, anche perché Conte appare sempre più solo. Nella giornata di ieri il Partito democratico ha ribadito la fiducia verso la sua figura, ma fonti di governo lamentano che "non ha saputo indicare un suggerimento concreto per risolvere la crisi che sta attraversando il Paese. Troppo poco per un alleato che si ritiene centrale". Da qui nasce un timore concreto: potrebbe usare l'occasione per fare una passerella personale. Il presidente del Consiglio ha assicurato che si presenterà all'appuntamento con un documento concordato con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: verrà scelta la linea esclusivamente dell'ascolto o quella della presentazione di un piano di rilancio del Paese disponibile ai suggerimenti avanzati dalle parti? "Il progetto d’Italia che abbiamo in mente non sarà chiuso, ma aperto a integrazioni, emendabile".
Come se non bastasse si è aggiunta un'altra questione: il piano presentato da Vittorio Colao viene giudicato deludente da molti ministri. Quello che doveva essere uno dei fondamenti per la sintesi programmatica, sarebbe in realtà un elenco di buoni propositi che però non è corredato da chiare e realistiche strategie.
Il capo della task force di esperti in materia economica e sociale sarebbe rimasto amareggiato dopo i segnali arrivati da Palazzo Chigi. "Ora tocca alla politica". Come a chiudere definitivamente la fase dei tecnici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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