Tema inedito da affrontare per un Pontefice. E invece lo tratta Papa Francesco, durante l'omelia in piazza San Pietro in occasione della Festa della Divina Misericordia. «Il dramma è quando non ci si vergogna più di niente. Non abbiamo paura di provare vergogna». «Quando proviamo vergogna - ha detto ai fedeli - dobbiamo essere grati: vuol dire che non accettiamo il male, e questo è buono. La vergogna è un invito segreto dell'anima che ha bisogno del Signore per vincere il male. Vergogna! E passiamo dalla vergogna al perdono!».
E ancora: «Per sperimentare l'amore bisogna passare da lì: lasciarsi perdonare - spiega ai fedeli radunati il Pontefice - Ma andare a confessarsi sembra difficile: di fronte a Dio, siamo tentati di fare come i discepoli nel Vangelo, barricarci a porte chiuse».
Papa Francesco ha concelebrato con 550 missionari della Misericordia, oltre la metà cioè degli 897 sacerdoti di tutto il mondo che hanno ricevuto la facoltà di assolvere anche i peccati più gravi, riservati alla Sede Apostolica, durante il recente Giubileo della Misericordia. «Di fronte a Dio, siamo tentati - ha spiegato all'omelia - di fare come i discepoli nel Vangelo: barricarci a porte chiuse.
Essi lo facevano per timore e noi pure abbiamo timore, vergogna di aprirci e dire i peccati. Che il Signore ci dia la grazia di comprendere la vergogna, di vederla non come una porta chiusa, ma come il primo passo dell'incontro».
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