Nel primo sondaggio sui ballottaggi di domenica, il 59% dei francesi voterebbe per i Repubblicani nel confronto con il Front National. Il cartello guidato da Nicolas Sarkozy, alleato con i centristi UDI-MoDem la spunterebbe lasciando i lepenisti al 41%. Eppure al quartier generale gollista si respira aria pesante. Attorno alla strategia rilanciata in diretta tv da Nicolas Sarkozy nessuna desistenza o apparentamento al secondo turno non c'è concordia. «Quando si è terzi, ci si ritira», ha detto ieri l'ex premier Jean-Pierre Raffarin. Seguito da altri «dissidenti» come Nathalie Kosciusko-Morizet, N.2, e Alain Juppé, amatissimo dalla base gollista. Si apre dunque la questione attorno a Sarkozy: ha ragione, o la sua voglia di mostrare i muscoli rischia di far perdere il partito? Il premier socialista Manuel Valls gli ha dato dell'«irresponsabile».Il Ps, primo in sole due regioni, ha visto il segretario Jean-Christophe Cambadélis annunciare il ritiro al secondo turno dei candidati socialisti in cui il Ps è terzo; in favore dei gollisti nelle regioni a rischio vittoria lepenista. «È forse l'inizio della scomparsa pura e semplice del partito socialista» sintetizza Marine Le Pen che parla di «reale suicidio collettivo» della gauche. Un «sacrificio» lo ha definito Cambadélis che fa seguito all'accettazione della realtà: in queste regioni il Ps non avrà infatti nessun rappresentante per circa sei anni.Sarkozy non ricambia la cortesia a fronte di sondaggi favorevoli. Nei triangolari, per l'istituto Odoxa, il centrodestra sarebbe vittorioso al 35%, con la sinistra al 34% e il Fn al 31%. Non è il solo a tradire un fronte repubblicano defunto in favore di una Francia sempre più tripartita: a sinistra non si piega alla resa Jean-Pierre Masseret, candidato Ps nella regione Alsace-Lorraine-Champagne-Ardennes, nell'est della Francia a guida Ps. Non si ritira come chiesto dal segretario: «Piuttosto, si tratta di confrontarsi col FN. Abbiamo il dovere di difendere il nostro programma», ha detto in vista del ballottaggio che vede in vantaggio lo stratega dei lepenisti, Florent Philippot.Il Fn è primo in 6 Regioni su 13: nel Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrénées con Louis Aliot, compagno nella vita della Le Pen e rappresentante del nuovo corso del partito. In Borgogna-Franca Contea e nel Centro-Valle della Loira, dove però potrebbe funzionare il tandem socialisti-gollisti. La vera mission impossible anti-Le Pen è in due regioni: sbarrare la strada a Marine nella Picardie-Nord-Pas-de-Calais e alla nipote Marion nella Paca, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, quasi certamente saranno guidate dal Front. «Il FN vuole prendere il potere rilanciava ieri Le Pen Nelle regioni domenica e in tutta la Francia con le presidenziali e le legislative del 2017». Ma non sfonda ancora a Parigi.Sarkozy va avanti da solo. Si rivolge agli elettori del Front National: abbiamo capito la vostra frustrazione, domenica ripensateci. I sondaggi lo rassicurano, mentre Le Monde parla di schiaffo ricevuto. Ora corre il primo grande rischio da quando è stato rieletto presidente del partito, un anno fa. Con i numeri dalla parte di Marine che danno torto a tutti quelli che insistono col dire che votano Front National per caso: i 6 milioni e mezzo di voti alle presidenziali del 2012 sono stati seguiti dal successo alle europee e alle dipartimentali del 2014. Trionfi in termini assoluti che poco o nulla hanno a che fare con gli attentati del 13, dicono gli analisti.
Trovata invece la quadra per i socialisti per non perdere malamente la regione di Parigi, contro i gollisti, primi nell'Ile-de-France: per Claude Bartolone (PS), Emmanuelle Cosse (Verdi) e Pierre Laurent (Front de Gauche) «accordo in vista della fusione delle tre liste», socialista, ecologista e Front de Gauche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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