Coronavirus

Ora scoppia il caso della quarantena Covid. Imprese e sindacati appesi all'esecutivo

L'isolamento fiduciario non è più coperto dalla indennità di malattia

Ora scoppia il caso della quarantena Covid. Imprese e sindacati appesi all'esecutivo

Mentre non si è ancora sopita la tempesta sollevata dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nei confronti dei sindacati sul green pass, scoppia anche la bomba «quarantena» Covid. L'Inps, infatti, ha recentemente chiarito che l'isolamento fiduciario, in mancanza di una apposita norma che ripristini i finanziamenti, non sarà più coperto dall'indennità di malattia. E per Unimpresa si tratta dell'«ennesimo pasticcio normativo» che rischia di tramutarsi un «salasso» per le aziende e i lavoratori. «Ancora una volta a rimetterci nel gioco dello scarica barile tra Inps e ministero del Lavoro saranno le imprese e i lavoratori«, ha commentato Giovanni Assi, consigliere di Unimpresa che si chiede come possa «un lavoratore essere obbligato a rimanere a casa in caso di contatto Covid senza che siano previste tutele, rischiando quindi di restare privo di retribuzione per dieci giorni o di pesare sulle casse della sua impresa che si vedrà dimezzati con ogni probabilità gli organici».

A loro volta Cgil, Cisl e Uil, in una lettera inviata al ministro del Lavoro Andrea Orlando e a quello dell'Economia Daniele Franco, chiedono al governo «un intervento urgente», considerando che «la mancata equiparazione dei periodi trascorsi in quarantena a malattia, pone seri interrogativi sia su come potranno essere riconosciuti tali periodi di assenza dal lavoro, sia su come sarà assicurata la copertura retributiva e contributiva».

Da gestire anche il problema legato al green pass in azienda. Sabato Bonomi, dagli spalti del meeting di Rimini, ha accusato i sindacati di non assumersi la responsabilità di concordare norme che garantiscano la sicurezza nei luoghi di lavoro. «Non abbiamo tempo da perdere. Modifichiamo il protocollo sulla sicurezza e facciamo subito l'introduzione del green pass», ha tuonato il presidente di Confindustria. A sua volta Luigi Sbarra, segretario della Cisl, ha invitato Confindustria a evitare iniziative unilaterali, chiedendo a Roma zdi assumersi le proprie responsabilità, introducendo l'obbligo vaccinale per i cittadini».

Ma tra i temi bollenti c'è anche la normativa in via di definizione sulla responsabilità sociale delle imprese (il cosiddetto decreto Orlando-Todde) che mira a frenare i licenziamenti via WhatsApp e le delocalizzazioni selvagge. Lo stesso Bonomi aveva parlato di «atteggiamento punitivo» nei confronti delle aziende. Parole queste ultime che hanno provocato «sconforto» nei corridoi romani dove si fa notare come la legge persegua fini tutt'altro che punitivi, puntando al contrario a disincentivare comportamenti predatori e lesivi per la dignità del lavoratore. Nell'occhio del ciclone in particolare vi è la previsione di sanzioni salate (2% del fatturato) per quelle aziende che non rispettino l'iter definito per la chiusura o la delocalizzazione, oltre all'inserimento dell'impresa in una black list per tre anni che vieti l'accesso ai finanziamenti pubblici.

Fonti di Adnkronos riportano tuttavia come da Roma si cerchi una sintesi anche attraverso l'eliminazione temporanea delle sanzioni, pur di accelerare l'approvazione del decreto-legge.

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