Coronavirus

Ora Trump blinda gli Usa. "Sospesa l'immigrazione"

Annuncio a sorpresa via Twitter del presidente. "Lo faccio per proteggere i posti di lavoro"

Ora Trump blinda gli Usa. "Sospesa l'immigrazione"

L'immigrazione diventa nuovamente protagonista nell'America di Donald Trump impegnata nella lotta al coronavirus. In un tweet notturno il presidente Usa ha annunciato a sorpresa che firmerà un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente l'immigrazione negli Stati Uniti. Una decisione, ha spiegato, motivata «dall'attacco del nemico invisibile» nonché dalla necessità di «proteggere i posti di lavoro del nostro grande paese». Secondo fonti informate, già nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il decreto che formalmente impedirà il via libera a nuovi visti di lavoro e green card (il permesso di residenza permanente).

L'amministrazione Trump - stando alle indiscrezioni riportate dal New York Times - non approverebbe più per un periodo di tempo indeterminato alcuna richiesta da parte di cittadini stranieri di vivere e lavorare negli Stati Uniti. E i permessi verrebbero negati pure ai lavoratori che per anni hanno avuto la possibilità di svolgere lavori specializzati negli Usa, fatta eccezione, sembra, per alcuni settori ritenuti critici. «Il presidente è impegnato a proteggere la salute e il benessere economico dei cittadini americani, che stanno affrontando una situazione senza precedenti», ha fatto sapere la portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany. «Come ha affermato Trump, decenni di immigrazione hanno prodotto salari più bassi e una maggiore disoccupazione per i nostri cittadini», ha precisato. «In un momento in cui gli americani stanno cercando di tornare al lavoro, è necessario agire». La spinta, ha riferito un alto funzionario del Dipartimento di sicurezza interna, è arrivata dai «22 milioni di disoccupati (in aumento) a causa del Covid-19». Immediata la condanna dei detrattori di Trump, i quali hanno affermato che la misura non ha nulla a che fare con l'emergenza, ma rappresenta soltanto un tentativo di rilanciare l'agenda politica isolazionista del tycoon, per ricompattare la sua base in vista delle elezioni di novembre.

Intanto, mentre i casi di coronavirus negli Usa hanno quasi raggiunto quota 800 mila e le vittime sono oltre 41mila, diversi stati del sud hanno cominciato a far ripartire alcune attività non essenziali, anche sotto la pressione delle proteste di molti cittadini e piccoli imprenditori. La South Carolina ha permesso la riapertura dei grandi magazzini, dei negozi al dettaglio e dei mercati delle pulci, a patto che si rispettino le linee guida sul distanziamento sociale. In Georgia via libera da venerdì a palestre, barbieri, parrucchieri, saloni di bellezza, centri massaggi e tatuatori. Lunedì sarà invece la volta di ristoranti e cinema. Infine, in Tennessee, l'ordine di restare a casa verrà revocato a partire dal 30 aprile consentendo un ritorno quasi alla normalità. Mosse che hanno ricevuto il plauso del Comandante in Capo, il quale ha parlato di rinascita dell'America.

E ieri Trump ha anche incontrato alla Casa Bianca il governatore di New York Andrew Cuomo, in particolare per parlare dei test e di eventuali modalità per effettuarne un numero maggiore soprattutto in vista della possibile riapertura dello stato alla metà di maggio. Il rapporto fra i due è stato caratterizzato da alti e bassi durante l'emergenza, con attacchi reciproci alternati a complimenti. E dal Vecchio Continente telefonata tra il presidente Usa e il premier inglese Boris Johnson, che si prepara a tornare al lavoro dopo il contagio e il ricoveroa Londra.

I due leader «hanno concordato sull'importanza di una risposta internazionale coordinata».

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