Ordinanza contro cibi etnici: "Stop alle molestie olfattive"

Il sindaco vieta i cattivi odori. Previste multe fino a 500 euro. Nel mirino la comunità bengalese?

Ordinanza contro cibi etnici: "Stop alle molestie olfattive"
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Un'ordinanza contro «le molestie olfattive». Ed è pronto il «puzzometro» per misurare il livello degli odori molesti e sanzionare, fino a 500 euro, i trasgressori. A firmare il provvedimento, un atto di ben cinque pagine datato 5 maggio, Aniello Donnarumma, primo cittadino di Palma Campania, Comune di 16mila anime in provincia di Napoli. Fra i divieti e obblighi bizzarri partoriti in Italia negli ultimi anni questo sembra destinato a suscitare polemiche e dividere la cittadinanza. L'obiettivo dell'amministrazione è combattere gli odori molesti provenienti da ristoranti e laboratori, ma sul documento non si escludono le abitazioni private. Le reazioni del popolo della rete non si fanno attendere. I maligni accusano il sindaco di avercela con la comunità bengalese, abbastanza nutrita in città. Se non altro per quella vecchia delibera del 2021 in cui si imponeva ai residenti provenienti dal Bangladesh di sottoporsi a un esame di italiano. Risultato? Quasi la metà degli stranieri fece fagotto e lasciò il territorio.

Donnarumma viene eletto nel 2018 nella lista di FdI e riconfermato nel 2023 da tre liste civiche. Nel gennaio 2024 viene indagato con altri sette funzionari e sottoposto agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine per corruzione e appalti truccati in cambio di denaro e posti di lavoro. Pochi mesi dopo a Donnarumma, che si è sempre dichiarato innocente, viene revocata la custodia cautelare e la sospensione dalla carica. A dare notizia dell'ordinanza antipuzza è lo stesso sindaco sui social: «Un provvedimento necessario e urgente adottato a seguito delle numerose segnalazioni pervenute e volto a tutelare salute pubblica e vivibilità urbana prima che il fenomeno diventi una vera e propria emergenza. Siamo convinti che una città che rinuncia a difendere la qualità dell'aria, rinuncia a difendere la dignità dei suoi cittadini». In fermento anche i pizzaioli e ristoratori locali che temono controlli serrati sulle loro attività. «Che facciamo con la Genovese e la salsa della domenica? Bandiamo anche quelle perché puzzano troppo?» chiedono i deputati partenopei Marco Sarracino e Arturo Scotto del Pd.

Fra le ordinanze più strambe quella di Torino del 2005 che impone ai proprietari di cani di portarli a spasso almeno tre volte al giorno

mentre a Cavallino-Treporti, Venezia, non si possono fare castelli di sabbia sulla battigia. E a Capri viene introdotta la possibilità di fare il test del Dna per risalire ai padroni che lasciano le deiezioni sulla strada.

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