Ormai è un'invasione: più di 4mila immigrati soccorsi in un giorno

Barche e gommoni a largo delle coste libiche. Messo a dura prova il sistema di accoglienza. La Chiesa critica la Ue «senza progetti»

È record di arrivi di immigrati sulle nostre coste: 4.243 quelli soccorsi nella sola giornata di venerdì in 22 distinte operazioni al largo delle coste libiche, sotto il coordinamento del Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera. Viaggiavano stipati in 9 barconi e 13 gommoni. È in uno di questi che hanno trovato la morte 17 migranti. Una morte orrenda, sopraggiunta per stenti e per schiacciamento. L'ennesima tragedia del mare, che giunge mentre l'Europa si accorda sulla spartizione delle quote immigrati, facendo i distinguo sulla nazionalità. Ma sui barconi non viaggiano solo eritrei e siriani, quelli a cui l'Ue in parte è disposta ad aprire le porte. E, ancora una volta, il sistema accoglienza dell'Italia è in difficoltà. Una possibile conseguenza, se in un solo colpo si devono spalmare oltre 4.000 persone solo entro i confini nazionali. I 217 superstiti che viaggiavano con le 17 salme raggiungeranno oggi il porto di Augusta a bordo della Fenice della Marina militare. Pozzallo ha reiterato ieri lo sbarco «dei mille» di qualche tempo fa. La metà degli extracomunitari sarà trasferita fuori dall'isola. A Cagliari è giunta la nave militare Hassen battente bandiera tedesca, con 900 migranti. Viaggiavano su un barcone e sei gommoni in balia delle onde. In Prefettura ieri si è tenuta una riunione operativa e in Questura un tavolo tecnico tra forze dell'ordine, associazioni ed enti coinvolti nel sistema accoglienza. Gli immigrati saranno trasferiti in strutture ricettive sarde. A Palermo sono arrivati in 410 a bordo della nave militare irlandese «El Eithne». Resteranno nei centri di accoglienza di Palermo e della provincia. È destinata, invece, al Nord Italia la maggior parte dei 747 immigrati sbarcati a Taranto a bordo della nave militare inglese «Bulwark». Tra loro ci sono 11 minori non accompagnati. Crotone ha accolto 203 migranti, tra cui 40 minorenni.

Questi gli ultimi numeri da record, che fanno presagire un'estate di sbarchi senza fine. Numeri a cui si aggiungono quelli del giorno precedente quando, tra un gruppo di 234 migranti approdati ad Augusta, è giunto persino un siriano 98enne con la famiglia, assistito, una volta messo piede a terra, niente di meno che da Save the Children .

«Altri morti, altri scafisti soddisfatti, altri milioni per le cooperative». Ha commentato su Facebook Matteo Salvini, aggiungendo che chi non vota «è complice dell'invasione in corso». Il premier Matteo Renzi, parlando ad Ancona, ha fatto appello all'Ue ricordando la riunione straordinaria seguita al naufragio del 19 aprile. «Dirò ai miei partner europei che non si inabissa la coscienza», ha detto. Ma intanto l'Italia continua ad accogliere e gli altri Paesi no.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi a Londra ha ricordato le tragedie del mare, esprimendo «grande rammarico» per «il ritardo con cui la macchina europea si è messa in moto». «Troppi morti - ha detto - sono stati necessari per risvegliare la nostra coscienza collettiva».

Il Papa, nel corso dell'udienza ai partecipanti all'incontro promosso da Scienza & Vita , nella Sala Clementina, ha definito «un attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel Canale di Sicilia».

Mentre il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, a Radio Vaticana ha denunciato la mancanza di un programma da parte dell'Europa, definendo «non umano» il sistema della ripartizione dei rifugiati tra i Paesi della Ue.

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