Coronavirus

Pa, le nuove regole per gli impiegati. Politica in pressing "Disco da riaprire"

Il piano Brunetta: tutti gli sportelli subito fruibili dal pubblico fin dal 15 ottobre. In due settimane rientro graduale e con orari ancora flessibili Gelmini (Fi) e Letta (Pd): "Ok ai locali da ballo"

Pa, le nuove regole per gli impiegati. Politica in pressing "Disco da riaprire"

Da subito riaperti gli sportelli per i servizi ai cittadini. E poi tutti i dipendenti pubblici di nuovo in ufficio entro il 30 ottobre, ma con flessibilità negli orari per evitare assembramenti in spazi ridotti. Anche in deroga a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro.

La bozza del decreto della Pubblica amministrazione del ministro Renato Brunetta stabilisce le regole per il rientro in presenza, per superare «il lavoro agile emergenziale come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa». Per farlo, le «amministrazioni organizzano le attività dei propri uffici prevedendo il rientro in presenza di tutto il personale entro i quindici giorni successivi» al 15 ottobre - data fissata dal precedente Dpcm - «assicurando, da subito le attività di sportello e di ricevimento degli utenti e del back office, anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento». Le fasce orarie saranno però scaglionate anche in base «alla situazione del proprio ambito territoriale e tenuto conto delle condizioni del trasporto pubblico locale». Saranno i dirigenti a organizzare il lavoro in base alle esigenze, con «fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita ulteriori rispetto a quelle già adottate, anche in deroga alle modalità previste dai contratti collettivi». Il lavoro agile non finirà il 15 ottobre ma, chiarisce Brunetta, «non è più la modalità di lavoro ordinaria», potrà essere attivato solo se l'amministrazione abbia «previsto un piano di smaltimento del lavoro arretrato, ove sia stato accumulato» e potrà essere autorizzato «se» non pregiudica in alcun modo o riduce la fruizione dei servizi.

Un ritorno alla normalità da cui resta ancora escluso un pezzo di Paese che aspetta di riaprire o di ripartire del tutto. Discoteche, cinema, teatri attendono le decisioni del governo: «Ci lavoreremo nel prossimo consiglio dei ministri. La prossima settimana sicuramente interverremo su questi temi», assicura il ministro della Salute Roberto Speranza. Il Cts ha dato parere positivo sulla capienza al 100%, solo per cinema, teatri e concerti all'aperto, mentre consiglia l'80% al chiuso. Per le strutture sportive raccomanda un aumento fino al 75% all'aperto e al 50% al chiuso. Ancora nell'incertezza le discoteche, che nonostante il green pass e una campagna di vaccinazione che corre, dopo un anno e mezzo di pandemia «sono ancora inspiegabilmente chiuse - denuncia Maurizio Pasca, presidente del Silb-Fipe, sindacato dei locali da ballo - Ed è effettivamente difficile da spiegare, a chi è fermo da 20 mesi, perché con l'evoluzione della campagna vaccinale, il green pass e il rispetto delle regole non si compia finalmente quel passo in avanti che l'andamento sanitario poteva già consentire. Le altre attività hanno riaperto tutte. Il 30% dei nostri locali ha ormai chiuso definitivamente e se non dovessimo riaprire durante questo inverno tutto il settore sarebbe destinato a chiudere». Il ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini spinge per riaprire: «Dopo cinema, teatri e impianti sportivi, lavoriamo per riaprire anche i locali da ballo. Il prima possibile, con le giuste cautele». Lo dice anche il segretario del Pd Enrico Letta: «Abbiamo voluto con forza il green pass obbligatorio per tutti che è la condizione per cui si possa riaprire. A questo punto le riaperture sono necessarie crediamo sia la scelta giusta e che la prossima settimana possa arrivare un messaggio positivo». E per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri «i tempi sono quasi maturi.

Si dovrà valutare la cosa, ma con il green pass non vedo perché non possa accadere, naturalmente con regole ferree».

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