Pacco nascosto di Minniti Accogliere i migranti costerà altri 640 milioni

Il Viminale potenzia il piano Spar per il triennio 2018-2020. Coinvolti 167 nuovi Comuni

Pacco nascosto di Minniti Accogliere i migranti costerà altri 640 milioni

L' ultimo atto del ministro dell'Interno Marco Minniti è destinato a favorire i progetti di integrazione degli immigranti sul territorio nazionale. Nelle scorse settimane il titolare del Viminale più volte si era lasciato scappare che i fenomeni migratori non dovevano essere trattati come emergenziali piuttosto invece come eventi strutturali. Insomma bisognava conviverci nella quotidianità. Ed ecco che alle parole sono seguiti i fatti. Nel pomeriggio di giovedì 28 dicembre Minniti ha firmato, e poi corretto in via definitiva proprio ieri mattina, un documento che consente di incrementare per il triennio a venire, ossia fino al 2020, il numero di stranieri che potrà usufruire dello Sprar ovvero dei servizi d'accoglienza per i richiedenti asilo - praticamente la maggior parte -, per i beneficiari di protezione internazionale e per i titolari di permesso umanitario. Vale a dire che i comuni italiani avranno la facoltà di accogliere e avviare ai processi d'integrazione altri 2.982 stranieri, tra cui ci potranno essere anche 115 minori non accompagnati e 80 disagiati fisici e mentali.

Il decreto affonda le grinfie nei capitoli di bilancio già consistentemente compromessi da ulteriori esborsi e conteggia un impegno di spesa preciso di 213.290.117,40 euro. Che per l'intero triennio 2018-2020 arriva a 640 milioni di euro (ma per essere pignoli a 639.870.352,2). Circa metà di questi nuovi posti se li sono aggiudicati 167 nuovi comuni della penisola mentre gli altri 1.423 andranno a incrementare le file di quelli già presenti nei 46 comuni dove i progetti di integrazione procedono già da luglio scorso per altrettanti 300 milioni di euro. Una mole di risorse importanti che lascia qualche dubbio sulle capacità di copertura visto che, come riporta il documento del ministero dell'Economia, sul capitolo di spesa considerato sono stati già impegnati ed erogati contributi prima per 66 milioni di euro e poi per altri 23 milioni, mentre si stima un debito fuori bilancio per 15 milioni e mezzo. Per completare l'ammontare delle risorse che serviranno rimane da sommarci anche il contributo di 700 euro da dare ai comuni per ogni straniero accolto in Sprar: vale a dire 2.087.400 all'anno fino al 2020, soldi peraltro che i comuni potranno impiegare senza vincolo alcuno. Questa cifra fino a tutto il 2017 era di 500 euro a immigrato poi, a giugno scorso per incentivare la disponibilità allo Sprar e dietro espresso consiglio dell'Anci (l'Associazione di comuni italiani) Minniti decretò di incrementarlo di altri 200 euro.

Ma il dispendio per gli immigrati non si esaurisce allo Sprar, tutt'altro. Sono state messe in campo una serie di altre iniziative che destinano, nel corso del 2018, altri 30 milioni e mezzo di euro per ambiti specifici: inclusione sociale ed economica, integrazione e alfabetizzazione oltreché cure mediche dei nuovi arrivati.

La maggioranza di queste risorse andrà comunque a sopperire i costi di progetti specifici che a oggi, già nelle regioni del sud Italia, stanno partendo per favorire la socializzazione tra popolazione straniera e locale: si tratterebbe, secondo i dettati del Viminale, di mettere in piedi programmi per incrementare l'associazionismo gli immigrati, facilitare il dialogo interreligioso, curare la vulnerabilità socio-psicologica dei richiedenti asilo e, non ultimo facilitare, l'ingresso dei minori non accompagnati all'interno di scuole e centri di formazioni. Chissà se dopo questi progetti e tutte le dichiarazioni d'intenti il Viminale vorrà anche formulare la classifica dei risultati ottenuti.

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