"Pace fiscale" al via entro fine anno. Flat tax solo per famiglie e imprese

Siri (Lega): «Pensiamo a un decreto legge, le previsioni di gettito saranno rispettate grazie alle aliquote ridotte al 6 e al 10%»

"Pace fiscale" al via entro fine anno. Flat tax solo per famiglie e imprese

Roma - Pace fiscale entro l'anno, possibilmente con un decreto legge. Armando Siri, consigliere economico di Matteo Salvini, ha spiegato in un'intervista a Repubblica gli obiettivi di politica fiscale che il governo Conte si prefigge. La partenza della flat tax è prevista l'anno prossimo per imprese e partite Iva al 15% (nove punti in meno rispetto all'attuale Ires e all'istituenda Iri) e per le famiglie. «Se non tutte, un primo blocco con due aliquote al 15 e 20%», ha aggiunto ribadendo la propria convinzione di «poter recuperare 35 miliardi il primo anno e 25 il secondo con la pace fiscale».

Interpellato sull'incongruenza tra i dati dell'Agenzia delle Entrate e quelli della maggioranza relativamente alla possibilità di recuperare meno gettito rispetto alle previsioni, l'esperto di economia ha manifestato sicurezza. «Le nostre stime - ha rilevato - sono le stime della strada, di chi sta in mezzo alla gente e non al chiuso di qualche ufficio: incontriamo ogni giorno decine e decine di persone che dicono di avere cartelle per migliaia di euro e di non riuscire a rottamarle perché non hanno i soldi, ma se dovessero versare il 25%, oppure il 6% o 10% nei casi di maggiore disagio, il discorso cambierebbe». Il limite delle somme da condonare «sarà di 200 mila euro a cartella e ad anno di imposta». Le aliquote agevolate (6 e 10%) varranno per le famiglie con figli minori o con un coniuge disoccupato o in cassa integrazione. Si terrà conto anche di chi vive in affitto e di chi «è in ritardo con le rate del mutuo».

Intanto ci si avvicina a «quota 100» che non è quella della riforma delle pensioni in senso antitetico alla Fornero, ma il numero di interventi destinati a recuperare il gettito non corrisposto dall'Unità d'Italia a oggi. Fino al 1972-1973 tecnicamente si è trattato di sanatorie, in quanto è stato possibile «fare la pace» solo per quanto riguardava le sanzioni e gli interessi. Successivamente è stata inaugurata l'era dei condoni che consentivano di sistemare anche il debito d'imposta. Secondo quanto emerge dai dati dell'Istat rielaborati dall'Adnkronos, nel trentennio che va dal 1980 al 2010 l'erario ha incassato 62,5 miliardi di euro, grazie alle sanatorie messe in campo dai governi. In media, quindi, nelle casse dello Stato sono entrati 2,1 miliardi l'anno, con la punta massima raggiunta nel 2003 quando sono stati incassati 17,6 miliardi. Nel 1973, la prima volta che è stato introdotto in Italia il condono con il governo Rumor, l'utilizzo fu giustificato con l'entrata in vigore del nuovo sistema fiscale.

I tecnici del ministero dell'Economia hanno sempre espresso forte contrarietà a questa soluzione perché, a fronte del conseguimento immediato di liquidità, gli introiti si riducono. Queste valutazioni, però, non tengono conto dell'equità della pressione fiscale.

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