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Tasse, Padoan frena: "Le misure sui tagli ​ancora da inquadrare"

Il ministro dell'Economia al Meeting di Cl: "Gli interventi sulle tasse vanno collocati in un contesto ampio"

Tasse, Padoan frena: "Le misure sui tagli ​ancora da inquadrare"

"La crescita è la cosa più difficile da comprendere e sostenere per un governo, soprattutto in Europa e in Italia. Se guardiamo ai numeri recenti, non siamo soddisfatti degli zero virgola". Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, riconosce le difficoltà dell'esecutivo nell'intervento al meeting di Rimini di Comunione e liberazione. "In Cina c'è un'instabilità legata a una bolla", ma "la vera preoccupazione è se la Cina smetterà o no di crescere come in passato. E' un'economia che si sta trasformando, diventando matura. Non ci dovremmo spaventare se la Cina crescerà meno, ma se crescerà ancora meno del previsto. Noi italiani ed europei dobbiamo trarre qualche lezione - aggiunge - dobbiamo contare soprattutto su noi stessi. Abbiamo troppi disoccupati, c'è un progetto di integrazione che va portato avanti, dobbiamo preoccuparci solo di chiedere all'Europa di fare di più".

C'è soprattutto un dato che, a detta di Padoan, evidenzia le difficoltà dell'Italia. "Sono 20 anni che non abbiamo tassi di crescita degni della nostra ricchezza, perché non si sono affrontati gli ostacoli strutturali". Secondo il ministro bisogna puntare su obiettivi micro e macro: "Non basta avere stimoli giusti per spendere e accumulare ricchezza per i nostri figli - aggiunge - bisogna essere convinti di investire. Perché dietro le grandi cifre ci sono una miriade di comportamenti che vanno aiutati".

Ma che fare per aumentare la crescita? Cambiando i comportamenti delle imprese e delle famiglie. "Se questo cambiamento non avviene la ripresa della crescita resterà debole e insoddisfacente".

Capitolo tasse. Gli interventi vanno "collocati in un contesto ampio, questo è lo sforzo che il governo sta seguendo". Padoan non segue le promesse di Renzi, si limita a tracciare dei paletti. Ci sono "pilastri diversi": dalla "grande agenda di riforme strutturali", "la finanza pubblica", "l’enorme onere del debito". Poi gli investimenti e le agevolazioni fiscali per "chi rischia le proprie risorse per creare ricchezze e occupazione".

"La politica monetaria della Bce - prosegue il responsabile dell'Economia - ha radicalmente modificato il panorama: il quantitative easing ha cambiato in modo molto positivo il quadro generale non solo perché ha immesso liquidità nel sistema ma perché ha fornito all’economia il segnale che ci sarà qualcuno che sosterrà l’economia europea finché sarà necessario".

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