Il progressivo miglioramento della situazione economica italiana fotografato dall'Istat e confermato dal Fondo Monetario Internazionale potrebbe consentire, già dal 2016, un taglio delle tasse che non riguarderà solamente la Tasi. A dirlo, in una intervista al Giorno è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Che si colloca sulla stessa scia del premier Matteo Renzi, cioè quella delle promesse.
Ma questa volta, Padoan si spinge oltre. E sciorina la promessa enigmatica. "Il quadro favorevole potrebbe consentirci di gestire un po' più agevolmente i tagli di tasse annunciati dal premier. Che riguarderanno la casa, ma non solo. Non dico altro perché ci stiamo lavorando. Il taglio delle tasse sulla casa non è un'azione estemporanea ma parte di una strategia fiscale iniziata nel 2014 con gli 80 euro, proseguita nel 2015 con il taglio dell'Irap, e che continuerà fino al termine della legislatura".
Quanto alle tensioni tra Bruxelles e Roma riguardo il taglio della Tasi, in un'intervista al Messaggero, il ministro ribadisce l'intenzione del governo di andare avanti: "È una scelta che ha una logica precisa, soprattutto ora che anche nel settore delle costruzioni ci sono segni di ripresa dell'occupazione dopo 19 trimestri in caduta. Con la Commissione il confronto si basa sulla strategia, al di là dei numeri, e la strategia indicata nel Def è confermata: deficit ancora in calo, quindi debito in calo dal 2016. Nonostante un'inflazione più bassa del previsto, che non dipende dal governo, l'Italia è tra i pochi Paesi dell'eurozona con un deficit sotto il 3% e soprattutto in calo, inoltre grazie all'accelerazione del Pil le stime contenute nel Def potranno essere migliorate. Perché mai Bruxelles dovrebbe dire no alla cancellazione delle tasse sulla prima casa?".
Infine, il ministro si esalta per i dati Istat sull'occupazione e spiega: "È cresciuta più di quanto ci saremmo aspettati in relazione all'andamento del Pil. Evidentemente il combinato disposto tra riforma del lavoro e decontribuzione per i nuovi assunti ha cominciato a fare effetto. La stessa composizione del Pil appare di qualità più solida. Non che l'export sia meno importante, e tuttavia se a crescere è anche la domanda interna la musica non può che cambiare in meglio".
Merito, ribadisce il ministro al quotidiano, anche degli 80 euro in più in busta paga: "Hanno contribuito non solo ad aumentare il reddito disponibile, ma anche a innescare il circolo virtuoso della fiducia tra i consumatori. Mentre è netta la percezione che le riforme hanno cominciato a produrre effetti concreti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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