Elezioni politiche 2022

"Il Paese è paralizzato dai veti. Così è impossibile fare impresa"

La deputata di Fi: serve anche un recovery fund per l’energia

"Il Paese è paralizzato dai veti. Così è impossibile fare impresa"

«Sulla crisi energetica abbiamo iniziato a interrogarci quando ancora non ne parlava nessuno». Erica Mazzetti, in corsa con Fi per confermare il suo appassionato lavoro di parlamentare nel collegio «di casa» di Prato parla con amarezza del caro bollette.


Onorevole, cosa si può fare per contrastare questa pericolosa deriva alla crescita dei prezzi dell'energia?


«Bisogna agire su più livelli. Da un lato bisogna perseguire l'autonomia e nel frattempo ottenere, come da tempo ripete il presidente Berlusconi, una politica energetica europea e un tetto al prezzo al gas. Insomma c'è bisogno di un recovery fund per l'energia. La nostra proposta concreta per l'immediato è l'istituzione di un fondo presso la Cassa depositi e prestiti cui attingere per pagare ai fornitori di energia».


Berlusconi parla di «politica del fare» e di lotta alla burocrazia, come principi essenziali della politica economica.


«Da tempo artigiani, imprenditori e commercianti lamentano proprio questo: troppa burocrazia. Impossibile fare impresa in Italia a queste condizioni. Non c'è soltanto la sinistra con i suoi no a bloccare la crescita economica. Ma anche le norme troppe. Ne servono poche, chiare e soprattutto certe. E poi lo Stato deve essere visto come un amico non come un antagonista. Servirebbe, a esempio, un commissario straordinario per l'energia, in grado di superare tutti i vincoli per decidere su termovalorizzatori e rigassificatori».


In quale settore dell'economia secondo lei si dovrebbe mettere mano per primo?


«Bisognerebbe difendere innanzitutto il Pnrr come è stato concepito dal governo Draghi quindi le infrastrutture. Così facendo si può dare un forte impulso alla crescita. Lo sviluppo non si ottiene con l'assistenzialismo. È come con il reddito di cittadinanza. Non crea ricchezza ma dipendenza. Invece bisogna offrire opportunità non assistenzialismo.


Nel suo programma elettorale si dà molto spazio al tema della sicurezza.


«Vivo a Prato, una città di 200mila residenti di oltre 120 etnie diverse. E con la più grande comunità cinese d'Europa. I problemi di sicurezza sono intrecciati alla natura stessa del sistema produttivo locale per cui oltre ad aver bisogno di forze dell'ordine in numero maggiore sul territorio bisognerebbe cambiare i parametri nazionali basati sul numero dei residenti e fondarlo sul fatturato».


Cosa pensa di questa campagna elettorale?


«Troppo clamore e troppi veti ideologici.

Noi agli allarmi democratici davvero fuori luogo della sinistra rispondiamo con proposte concrete che mettono sempre al centro della scena le persone».

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