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Paladino dei migranti e gestore dei centri: chi è lo "sponsor" della funzionaria Onu Albanese

Schiavone siede nel cda del "premio Luchetta". È stato anche candidato Sel

Paladino dei migranti e gestore dei centri: chi è lo "sponsor" della funzionaria Onu Albanese
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Trieste Il 21 novembre Francesca Albanese, discussa rapporteur dell'Onu a senso unico, riceve al teatro Miela di Trieste il premio speciale della Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo, Hrovatin, i giornalisti triestini caduti durante la guerra in Bosnia e a Mogadiscio.

Del Cda della Fondazione fa parte, dal 2018, Gianfranco Schiavone, consigliere di punta di Asgi, la costola legale che almeno fino al 2023 era finanziata da Soros e si batte per le porte aperte ai migranti anche con sentenze di toghe amiche.

Non solo: l'associazione di Schiavone, Ics, ha il predominio nel capoluogo giuliano dell'accoglienza dei migranti illegali provenienti dalla rotta balcanica. E in base alle gare indette dalla Prefettura ha fatturato oltre 18 milioni di euro allo Stato dal 2022 alla primavera di quest'anno. Il premio giornalistico Luchetta ha una sezione specificamente dedicata alla rotta balcanica. Il 22 novembre, il giorno dopo il riconoscimento ad Albanese, sul palco del teatro Miela, le giornaliste prime classificate hanno, ovviamente, dialogato con Schiavone.

Il premio speciale ad Albanese ha sollevato un'ondata di critiche e polemiche. La motivazione è stata letta dalla presidente della Fondazione, vedova di Marco Luchetta: "Abbiamo deciso di dare il premio 2025 per meriti umanitari a Francesca Albanese, per aver da subito denunciato che quanto stava accadendo a Gaza e Cisgiordania si configurava come crimine di genocidio". Una denuncia che "le ha procurato isolamento intimidatorio".

Oltre alla valanga di commenti sui social, in stragrande maggioranza negativi, è scesa in campo la comunità ebraica con una durissima lettera aperta. "State premiando una persona che diffonde falsità, incita all'odio e, soprattutto, si fa portavoce della difesa dei terroristi di Hamas". E ancora: "Il palese antisionismo della signora Albanese non è che la foglia di fico dietro la quale si cela un profondo antisemitismo". La conclusione è che "conferire il vostro premio alla signora Albanese significa () Significa, in sostanza, dichiarare di condividerne le sue posizioni". Le firme sono di Alessandro Salonichio, Presidente della Comunità Ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia oltre a quella del rabbino Eliahu Alexander Meloni della comunità locale.

L'Ordine dei giornalisti regionale, che patrocina e sostiene il premio assieme all'Odg nazionale e pure l'Assostampa, ha annunciato il premio Luchetta il 17 novembre nella sua newsletter. Nel testo della mail informava del premio speciale ad Albanese e subito dopo ricordava che "alcuni appuntamenti della rassegna sono stati inseriti nel nostro programma formativo" e danno diretti ai crediti.

Solo il sindacato dei giornalisti Figec del Friuli Venezia Giulia alza il dito dopo le frasi di Albanese sull'assalto alla Stampa come "monito" ai giornalisti. Andrea Bulgarelli continua a chiedere "pubblicamente a Francesca Albanese di riconsegnare il riconoscimento speciale assegnato dalla Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin, nata in memoria di giornalisti caduti in zone di guerra per raccontare a tutti noi la quotidianità dei conflitti e per opporsi a ogni forma di violenza". Il sindacato ha invitato anche "la Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin - spiega Bulgarelli - a revocare il riconoscimento conferito a Francesca Albanese. Al momento nulla è accaduto".

Schiavone, come membro del Cda, non si è certo opposto e continua a pontificare come difensore dei più deboli e dell'accoglienza.

In realtà non è proprio una figura "indipendente" come dimostra la sua candidatura del 2011 targata Sel, Sinistra ecologia e libertà con Vendola, in appoggio a Roberto Cosolini sindaco del Pd. Un tonfo elettorale. Lo slogan di Schiavone era "per una città aperta al mondo", dove ha messo in piedi il business dell'accoglienza.

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