Paleomaga contro Tecnodestra. La faida repubblicana su governo, migranti e dazi

Sui temi chiave Elon e la sua componente hanno idee inconciliabili con i sostenitori del presidente

Paleomaga contro Tecnodestra. La faida repubblicana su governo, migranti e  dazi
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Fin dal primo momento in cui Elon Musk annunciò con un post su X il proprio endorsement a Donald Trump, nel luglio 2024 dopo l'attentato subito dal candidato presidente, fu chiaro che una nuova componente stava entrando a far parte del Partito Repubblicano. Nei mesi successivi di campagna elettorale con le crescenti donazioni e l'attivismo mediatico e sui social di Musk, la sensazione fu che la cosiddetta tecnodestra potesse prendere il sopravvento sul movimento Make America Great Again.

Le continue apparizioni al fianco di Trump nei comizi, gli attacchi ai democratici, la crociata contro la cultura woke, la capacità di intercettare un pubblico giovanile sui social altrimenti più orientato verso i dem, oltre al contributo economico con decine di milioni di dollari, hanno in poco tempo reso il patron di Tesla una figura indiscutibile nel Partito Repubblicano.

Nessuna delle figure di spicco del mondo trumpiano in quella fase prese posizione pubblicamente contro Musk tranne una: Steve Bannon. Il custode dell'ortodossia trumpiana ha da subito messo nel mirino Musk colpevole di rappresentare una visione distante da quella del movimento Maga su vari temi. Gli attacchi di Bannon sono cresciuti di intensità dopo la rottura tra Musk e Trump fino alla richiesta di espellerlo ma, dietro le sue parole, si nasconde uno scontro in atto nella destra americana tra due diverse anime: la tecnodestra e i paleomaga. Se la visione liberista di Reagan è ormai consegnata ai libri di storia e la stagione interventista neocon di George W. Bush è archiviata, la divergenza di linea è tutta intorno a queste due correnti.

Come spiega Andrea Venanzoni, autore del libro Tecnodestra. I nuovi paradigmi del potere: "Alla radice dei dissidi tra Musk e Trump c'è inconciliabilità legata alla visione stessa del ruolo di governo e della società: il governo dovrebbe essere snello, scarsamente invasivo, pro-mercato e vocato al tech per Musk e la tecnodestra, mentre per il mondo Maga dovrebbe essere forte, penetrante, e l'economia quasi autarchica e legata a dimensioni dirigistiche".

I due principali terreni di scontro sono l'immigrazione e l'economia. Nel primo caso la posizione Maga è molto rigida appoggiando il piano di espulsioni degli irregolari mentre la linea di Musk è più morbida con un'apertura a un'immigrazione qualificata.

Ma è l'economia il vero terreno di rottura, Musk ha dedicato grandi sforzi al dipartimento Doge presentando un piano di tagli alla spesa pubblica difficilmente realizzabile se non a fronte dello smantellamento di intere aree dell'amministrazione americana. Di fronte ai dinieghi del Segretario al tesoro Scott Bessent e alla finanziaria di Trump in cui non si tenevano in considerazione le sue proposte, si è consumata la rottura.

Allo stesso modo l'applicazione dei dazi è qualcosa di inconcepibile nella visione della tecnodestra poiché il mondo del tech non può per definizione sostenere forme di protezionismo che invece sono alla base della visione Maga di difesa della produzione interna. Bisognerà ora capire se l'America Party riuscirà ad attrarre il consenso della tecnodestra, di certo a oggi il movimento Maga è il leader indiscusso nel Partito Repubblicano

Intanto anche sui social network stenta a prendere campo il progetto del nuovo partito come testimonia un'analisi di

Domenico Lombardi per Arcadia secondo cui, a due giorni dal lancio, il sentimento per il nome scelto è decisamente negativo (73%) mentre rimane positivo (51,3%) l'atteggiamento degli utenti ogni volta che c'è il nome di Musk.

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