Cronache

Il papà cerca di salvare il figlio sui binari: travolti e uccisi dal treno

Il giovane soffriva di depressione e aveva appena avuto un diverbio in famiglia

Il papà cerca di salvare il figlio sui binari: travolti e uccisi dal treno

Forse voleva suicidarsi. Forse si stava soltanto allontanando da casa dopo aver discusso con i genitori, mentre il papà gli correva dietro per cercare di calmarlo. Sono morti entrambi, padre e figlio, sui binari della linea ferroviaria Adriatica, travolti e dilaniati da un treno merci che non ha potuto fare nulla per evitarli quando se li è trovati di fronte alle 21 di mercoledì nei pressi della stazione di Senigallia. Una tragedia a cui ha assistito la madre del giovane, che si è resa conto di quello che stava accadendo senza poter fare nulla per evitarlo. Sotto choc è stata soccorsa e trasportata in ospedale, per poi essere dimessa ed ascoltata dagli investigatori.

Le vittime, originarie di Perugia, sono Stefano Pannacci, 63 anni, di Montone ma residente a Valfabbrica, e Claudio Pannacci, 26 anni, che soffriva di depressione. Per questo quando mercoledì sera, dopo un diverbio, il figlio è uscito di corsa dal residence dove stavano trascorrendo le vacanze, scavalcando il cancello e cominciando a camminare al lato dei binari, lo ha inseguito per cercare di metterlo in salvo, perché temeva che le sue condizioni di salute potessero spingerlo a gesti sconsiderati. La famiglia umbra si trovava in villeggiatura a Senigallia da quattro giorni. La madre e il figlio erano arrivati prima e alloggiavano nella loro casa delle vacanze, a poca distanza dal luogo della tragedia. Il padre, invece, li aveva raggiunti sabato, per Ferragosto. I due genitori erano separati da tempo, ma erano sempre stati vicini al figlio, soprattutto da quando aveva cominciato a soffrire di crisi depressive.

I due macchinisti sono stati sentiti a sommarie informazioni dalla Polfer e sulla vicenda il pm di Ancona, Rosario Lioniello, ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato per cercare di ricostruire l'esatta dinamica della tragedia. Non è stata disposta l'autopsia sui corpi. Il treno, proveniente da Bologna, procedeva verso sud ad una velocità moderata perché era quasi arrivato alla stazione di Senigallia. Ciò nonostante non è riuscito ad evitare l'impatto. Si sarebbe fermato soltanto 200 metri dopo. La donna, 62 anni, ha raccontato agli inquirenti che lei e il figlio stavano per tornare in Umbria. Il 26enne, secondo vicini e conoscenti, avrebbe dovuto sottoporsi a un periodo di cure in una struttura toscana per una forte depressione. Ultimamente aveva vissuto in Svezia, dove aveva cominciato ad accusare i primi malesseri, tanto che si era reso necessario il ricovero. Prima del soggiorno al mare i genitori erano andati a prenderlo nel paese scandinavo per riportarlo in Italia e sottoporlo alle cure necessarie. Anche a Perugia, ad inizio mese, il ragazzo non si era sentito bene ed era finito in Pronto soccorso per un forte stato di agitazione e sottoposto a un consulto psichiatrico.

È toccato alla donna, non appena è stata in grado di parlare, ricostruire gli attimi precedenti all'impatto e i motivi che hanno scatenato la reazione spropositava del giovane. Quella sera il 26enne aveva detto ai genitori che avrebbe voluto trascorrere qualche giorno a Perugia con la fidanzata, a casa di una parente. Ma i due erano preoccupati per i disturbi accusati dal figlio e non erano d'accordo. Avrebbero preferito tenerlo vicino per monitorarlo e proteggerlo, almeno fino a quando non si fosse ristabilito. Davanti al diniego della madre il ragazzo si è infuriato. «È l'ultima volta che vengo con voi», ha gridato ai genitori, uscendo di corsa da casa e scavalcando la recinzione che separa il residence, dove la famiglia possiede un appartamento fronte mare, dalla linea ferroviaria. Quando il padre ha visto che il figlio si era messo a camminare sui binari, a quanto pare gridando che avrebbe voluto uccidersi, ha provato a rincorrerlo, ma nel tentativo di fermarlo è stato travolto anche lui, mentre i due si trovavano ad una trentina di metri di distanza. I corpi delle vittime sono stati trovati in due punti distinti: il ragazzo più verso sud, in direzione quindi di Ancona. Il padre invece era qualche decina di metro più a nord.

Durante i rilievi la circolazione dei treni è stata interrotta ed è ripresa soltanto dopo le tre del mattino.

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