ParigiNiente blitz, ma una casualità. È stato fermato sulla strada domenica mattina, alle porte di Parigi, sanguinante. Ha spiegato agli agenti di essere vittima di un tentativo di rapina. Ma le tracce di sangue portavano a un'automobile piena di armi: un kalashnikov, due pistole e due lampeggiatori rubati alla polizia. L'uomo, 23 anni, è uno studente algerino di informatica, sospettato di omicidio oltre all'accusa di attentati «imminenti». Già noto ai Servizi, arrivato in Francia sei anni fa grazie a un ricongiungimento, voleva colpire «una o due chiese».
A renderlo noto il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve che ieri ha chiarito le circostanze di una morte sospetta, quella di Aurélie Châtelaine, 32 anni, madre di una bimba di cinque anni, imbattutasi nel terrorista mentre si recava ad un corso di pilates. Uccisa con tre colpi di arma da fuoco domenica mattina. Sid Ahmed Ghlam, sospettato dell'omicidio, si sarebbe ferito mentre cercava di rubare l'auto della donna. Sue le tracce di sangue nella Renault Scenic della malcapitata. Dopo essersi allontanato lui stesso ha chiamato l'ambulanza. I soccorritori hanno allertato le autorità ed è scattato l'identikit, che ha fatto dire al ministro dell'Interno che «senza alcun dubbio stava progettando un attentato».
Ghlam era stato attenzionato dai Servizi l'anno scorso, spiega il portavoce del governo Stéphane Le Foll, «ma non c'era nessun elemento sufficiente ad arrestarlo». Dura la reazione di Marine Le Pen, che chiede al premier di definire nuove strategie di prevenzione e contrasto alla minaccia terroristica: «Il governo non può adagiarsi sull'eccellenza della nostra intelligence». Anche Nicolas Sarkozy, presidente Ump, rimarca che «in un periodo di guerra contro la nostra società dobbiamo fare il possibile per garantire i francesi», anche rinunciare a un po' di privacy: «Bisogna che la sicurezza prevalga su un certo numero di regole». Prosegue intanto la caccia a eventuali complici di Ghlam, sorvegliato speciale all'ospedale Pitié Salpêtrière. In una Parigi in cui, ha ricordato il presidente François Hollande, si è deciso di mantenere il livello di massima allerta.
L'attuale piano Vigipirate pare già obsoleto. Si basa sulla legislazione esistente, non su norme speciali, come chiede Sarkozy. Semplice sorveglianza, rafforzata per gli organi di stampa, i grandi magazzini, i luoghi di culto, le scuole e i trasporti. «Il nostro Paese, come altri, fa fronte a una minaccia senza eguali per natura e ampiezza del fenomeno», ammette il premier Manuel Valls. Filtrano intanto indiscrezioni secondo cui Ghlam avrebbe scambiato diversi pareri sull'azione da compiere. Un contatto in Siria gli chiedeva espressamente via Facebook di prendere di mira una chiesa. Documenti in lingua araba legati ad Al Qaida e inneggianti allo Stato islamico sono stati trovati nella sua stanza a Parigi: lì altri tre kalashnikov, quattro giubbotti antiproiettile e lampeggiatori identici a quello rinvenuto nella sua auto, e fasce da braccio con la scritta police .
Per Le Monde , Ghlam era un professionista del jihad, già stato in Turchia nel tentativo di raggiungere la Siria, ma fermato. Prima di rimpiombare nel mutismo, ha fornito una versione dei fatti «fantasiosa», dicono gli inquirenti.
Il fermo è stato protratto a sei giorni e 800 militari sono tuttora mobilitati per pattugliare stazioni, metropolitane ed edifici pubblici, oltre a quelli in appoggio alla gendarmeria e alla polizia nazionale che ieri ha perquisito anche la casa dei genitori del fermato, a Saint Dizier (Haute-Marne), dov'è stata arrestata una donna con velo integrale in una villetta da poco affittata.Twitter @F_D_Remigis
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