Stefano Parisi è pronto a esportare il modello «Megawatt» in tutta Italia. L'idea di fondo è quella di coniugare il pensiero con l'azione, di lavorare sui contenuti, costruire tappa dopo tappa un vero programma di governo ma senza rinunciare al contatto con le persone. L'obiettivo è attirare volti ed energie nuove, dialogare con la società civile e rinnovare il partito, lavorando di concerto con sindaci e amministratori locali, veri ambasciatori e testimonial della buona amministrazione, quelli in grado di smuovere l'elettorato e diventare cinghia di trasmissione per il rilancio.
Le richieste di organizzare convention territoriali si moltiplicano, in particolare dal Sud dove l'interesse verso di lui è molto forte. E proprio sul Meridione Parisi intende puntare con forza, partendo da alcuni presupposti. Il primo è che con la campagna per il Comune di Milano al Nord il suo progetto inizia a essere conosciuto. Il secondo è che il Sud - dove pure il centrodestra negli ultimi vent'anni ha colto grandi successi - è più che mai orfano di rappresentanza, anche alla luce del sostanziale disinteresse dimostrato dal governo Renzi verso quest'area del Paese. Inoltre qui la Lega non ha sfondato e non sembra essere oggi in grado di toccare le giuste corde per diventare un attore politico protagonista. Ma c'è un altro elemento da non sottovalutare: in Sicilia si voterà nel 2017 e come sostiene Gianfranco Miccichè, uno dei suoi grandi sponsor, Parisi nell'isola può funzionare molto bene. Per questo la prima convention territoriale dopo quella di «Megawatt» potrebbe essere tra la metà e la fine di ottobre a Palermo.
L'idea è quella di toccare temi diversi in regioni diverse, approfondendo quella mappa dei contenuti declinata a grandi linee a Milano. Nella sua mente questo tour sarà anche un modo per mettere alla prova e approfondire quel livello intermedio di amministratori locali che lo hanno colpito in positivo in questa sua prima tornata di incontri (tra questi Alessandro Cattaneo e Guido Castelli). Ma soprattutto Parisi vuole agire in stretta sinergia con i coordinatori regionali di Forza Italia.
L'ex direttore generale di Confindustria continua a setacciare il mondo del centrodestra e a organizzare incontri conoscitivi nei suoi uffici di Roma e di Milano. Dei tanti «ex» della Seconda Repubblica che lo hanno avvicinato ha apprezzato le capacità e i contenuti di Alfredo Mantovano, incontrato a Matera. Parisi vuole stringere il rapporto con le piccole e medie imprese e presto vedrà Maurizio Casasco di Confapi. Inoltre ha già avuto scambi di idee con diplomatici britannici e francesi e sta lavorando a un accreditamento presso le cancellerie europee per far capire anche all'esterno che il centrodestra ha tutte le carte in regola per governare l'Italia. Poco spazio, invece, per il momento per confronti pubblici con Matteo Salvini (ne era stato ipotizzato uno ad Andria) perché prima vuole rafforzare l'identità di Forza Italia e del suo progetto. Il mandato di Berlusconi è chiaro.
«Mi ha detto di puntare sul reclutamento e di scovare personalità che consentano un profondo rinnovamento delle liste elettorali di Forza Italia», ripete Parisi. Le resistenze interne non lo spaventano. Non intende alimentare le polemiche, anzi è convinto che sarà il suo lavoro a sminare il terreno e far svanire i malumori. Al massimo entro 3-4 mesi.
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