Da parrucchiere per signore, Toni Mascolo, era riuscito a diventare il re degli hairdresser. A veder lontano ci vuol talento. E Giuseppe Antonio Mascolo, lo aveva probabilmente ereditato dal padre, barbiere di Scafati. Era successo nel '55 con la vittoria ad un concorso di papà, il viaggio premio a Londra. Tutti a fare i bagagli a addio Napoli. Partito a 14 anni dal paese con i genitori e i due fratelli aveva voglia di vedere il mondo. E Londra era una finestra stupenda. «Swinging London». Erano gli anni Sessanta e fuori esplodeva la voglia di essere diverse, di cambiare fuori perché dentro qualcosa era già cambiato. Donne con la necessità di affermarsi e di segnare la differenza. Con le minigonne ma anche con la testa. I capelli che non potevano più stare accrocchiati obbedienti in un'impalcatura di bigodini e lacca. Nel 1963 Toni a 21 anni inaugura con il fratello Gaetano il suo primo negozio. Scelse Clapham, allora un quartiere popolare a sud del Tamigi. Una scommessa grande per fare una rivoluzione. Lo chiamarono con i propri diminutivi: «Toni & Guy». Un brand diventato presto un'icona in tutto il mondo. Il marchio inizia a comparire sulle più importanti riviste di moda del tempo. Successivamente il parrucchiere lancia il primo Flagship Store a Mayfair, nel cuore di Londra, e da qui in poi le nuove aperture si succedono senza sosta in tutto il mondo. Il «ritorno» in Italia, nel 1997, quando Toni&Guy apre a Milano. Pettinare spettinando, perchè libere dalla piega è meglio. E soprattutto ognuna diverse. Addio alle ore sotto al casco, di gambe incrociate e riviste da sfogliare per uscire una uguale all'altra. «Credo che l'hairdressing non sia un'arte diceva in un'intervista ma che ci voglia un artista per questo lavoro. Non smetti mai di imparare, io sto ancora imparando dopo 40 anni. L'equilibrio e la precisione sono la chiave. La mia convinzione è che devi conoscere le regole per infrangerle». Al forza e il talento, quello equamente distribuito in famiglia. «La ragione del nostro successo? I Mascolo amano quello che fanno spiegava Gaetano tempo fa. Questo è il nostro segreto! Nella nostra famiglia siamo tutti acconciatori e tutti facciamo riferimento a un esempio: siamo grandi lavoratori, onesti con noi stessi e con il nostro lavoro».
In un lampo quel negozietto sperduto divenne meta ambita dalle star. Le forbici e le linee nuove, fluide. Se n'è andato a 75 anni, l'altro ieri, lasciando ai suoi eredi una fortuna: un impero di 475 negozi in 48 paesi del globo. Era diventato uno degli italiani più famosi, e più ricchi, del Regno Unito, insignito di un Obe, Order of the British Empire, dalla regina Elisabetta per i suoi meriti di parrucchiere. «Papà era un innovatore già negli anni '50», diceva Toni. Lui ha continuato, sperimentando e importando nuove tecnologie, come le «forbici da samurai giapponesi, come le chiamavamo noi, più taglienti di ogni altra lama usata prima, che ci permettevano di essere più creativi con i capelli».
Ha avuto tanti clienti famosi di entrambi i sessi, dal compositore Andrew Lloyd Webber a Victoria Beckham: fu Toni a inventare la sua prima pettinatura a caschetto. «Bé, modestamente posso dire di avere inventato tutti i trend», affermò in un'intervista al Guardian. I suoi saloni diventano una scuola per tutti. «Abbiamo fatto più libri, più dvd, più stili di chiunque altro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.