Coronavirus

Partite Iva abbandonate: in 40mila senza bonus. E il dl Aprile slitta ancora

La denuncia dell'Adepp. Il governo lavora al decreto da 70 miliardi, ma resta il nodo Ue

L a cosa più importante, ha continuato a ripetere il premier Giuseppe Conte, è che nessuno deve essere lasciato indietro. E ogni volta si è costretti a nuovi decreti legge per correre ai ripari di qualche dimenticanza. L'ultima riguarda le partite Iva. Sono molti i professionisti che non possono accedere al bonus di 600 euro mensili previsto nel dl Cura Italia. Nel suo censimento settimanale ad uso e consumo dei ministeri chiamati a prendere in esame le domande per il bonus, l'Adepp (associazione degli enti previdenziali privati) ha scoperto che su 455mila richieste ne sono state evase 413mila, segno che più di quarantamila appartenenti per lo più a ordini professionali vengono al momento esclusi dal bonus. Entrando nel dettaglio del censimento si scopre tra l'altro che sono tagliate fuori circa 5mila domande dell'Enpam (medici), 3mila della Cassa geometri, 2500 dell'Enpaia (che raccoglie le posizioni previdenziali degli addetti e degli impiegati nell'agricoltura) e 2500 biologi dell'Enpab.

Tra le domande non accolte potrebbero esserci persone che non hanno i requisiti richiesti, però moltiplicando la cifra di 600 euro per il numero di domande non ancora accolte si supera il tetto dei 48 milioni. Ed è indubbio che nell'esame del decreto che lunedì arriva in Commissione bilancio alla Camera si dovrà parlare anche di questo. «Sin dall'inizio dell'emergenza Covid-19 dal Governo sono stati annunciati 600 euro di bonus per tutti lavoratori autonomi e partite Iva - ricorda Claudia Porchietto responsabile del Dipartimento attività produttive di Forza Italia - ma i soldi stanziati finora non bastano a coprire le numerose richieste. Ci auguriamo che il governo si attivi subito per trovare soluzioni concrete e tali da non lasciare per davvero nessuno indietro». Preoccupazione, la sua, condivisa anche da Marco Silvestroni di Fratelli d'Italia, membro come la Porchietto della Commissione attività produttive della Camera. «Ci vuole coraggio da parte del governo di chiamare questa elemosina un bonus», commenta il deputato che già nei giorni scorsi aveva suggerito come tanti dell'opposizione una soluzione più semplice ed efficace. «Sarebbe stato più efficace - cancellare bollette e costi fissi che i professionisti hanno per il semplice fatto di mandare avanti uno studio».

Sempre lunedì è previsto proprio il Consiglio dei ministri che dovrà discutere del cosiddetto Decreto Aprile, per il quale si pensa a una manovra di circa 70 miliardi, finanziata in deficit per almeno 40-50 miliardi. Ma proprio per questo motivo il decreto non potrà vedere la luce che dopo il Consiglio europeo del 23 aprile. E quindi con ogni probabilità potrebbe slittare ai primi di maggio la sua pubblicazione. Nel decreto dovrebbe trovare spazio il rinvio al 2021 delle contestate tasse sulla plastica e sullo zucchero, oggetto di un infuocato dibattito durante la sessione di bilancio. Il governo sta studiando poi degli indennizzi a fondo perduto per le imprese sulla base delle perdite registrate, sul modello francese e tedesco. E proprio il bonus delle partite Iva dovrebbe passare da 600 a 800 euro.

I Cinquestelle, però, preferirebbero l'introduzione del reddito di emergenza da circa 600 euro al mese, una misura che costerebbe altri 3 miliardi.

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