Madrid invasa dalla marcia di Podemos

Il partito degli indignados si prepara all'anno elettorale: migliaia in piazza

Madrid invasa dalla marcia di Podemos

Podemos marcia su Madrid. Mimando il «tic-tac» di una bomba a orologeria, l'avvertimento alla vecchia politica sintetizzato su un cartello: «Il popolo si è svegliato». La «marcia del cambiamento» indetta dal leader del partito anti-casta e anti-austerity Pablo Iglesias ha chiamato a raccolta migliaia di persone. Il «codino» 36enne porta a casa una prima, simbolica, vittoria e apre ufficialmente la campagna elettorale del 2015. Il gemellaggio politico con il neo presidente greco Alexis Tsipras ha aiutato: la marcia era già in programma ma il trionfo greco contro gli euroburocrati, scrivono gli osservatori, ha fatto da volano. Puerta del Sol così gremita non si vedeva dal 15 maggio del 2011, quando il movimento del «15M», dalle cui ceneri è nato Podemos, si faceva conoscere al mondo: la versione iberica di Occupy Wall Street. Allora, pigiate sotto l'orologio, laddove una mattonella segna il km zero della rete stradale spagnola, c'erano le tende degli indignados: ieri invece c'erano i militanti di quello che intanto, a gennaio 2014, si è costituito come vero partito politico. Gli slogan non sono tutti nuovi: uno dei più ricorrenti, tra la folla partita a mezzogiorno da piazza Cibeles, era «el pueblo, unido, jamas será vencido»: un certo populismo in stile sudamericano fa parte del dna di Podemos.

Ma il punto sono i numeri. I sondaggi dicono che se si votasse oggi quello di Iglesias sarebbe il primo partito: 28,2% delle preferenze, cinque punti sopra i socialisti del Psoe, 9 sopra i popolari del premier Mariano Rajoy. La cavalcata, in progressiva ascesa, è durata un anno.

Ora Podemos potrebbe mandare in tilt il bipartitismo spagnolo, in parte lo ha già fatto alle europee del 25 maggio scorso, quando ha raccolto 1,2 milioni di voti. Cinque eurodeputati, quarto partito del Paese. Il motto di ieri, «Es ahora», il momento è adesso, è una chiamata alle armi. Esplicitata dal numero due del partito, Iñigo Errejón: «La marcia comincia qui, ha un secondo appuntamento alla Moncloa (sede della Presidenza del Consiglio, ndr ) e un terzo nel recupero della sovranità popolare».

Iglesias voleva una «mobilitazione storica, di quelle che poi racconti a figli e nipoti: “Io c'ero quel 31 gennaio”» e sembra averla avuta. La partita seria comincia ora, con gli appuntamenti alle urne: a maggio comunali e regionali (meno Andalusia, dove si vota a marzo, e Catalogna, a settembre), a novembre le politiche.

Twitter @giulianadevivo

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