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Partono le manovre al centro. E il Pd lancia la coalizione modello Sala

Azione e +Europa pensano ad un'alleanza con i Dem in vista del voto, ora che sembra essere tramontato il campo largo con i grillini

Partono le manovre al centro. E il Pd lancia la coalizione modello Sala

Ora che è diventato ancora più difficile far digerire ai suoi l’alleanza con Giuseppe Conte, Enrico Letta si butta sull’area Draghi. "Decideremo insieme i compagni di strada", ha detto giovedì al Nazareno, aprendo di fatto alle trattative con le forze del centro liberale in vista del voto ormai confermato per fine settembre. E qualcuno si sarebbe già fatto avanti. A parlare di possibili alleanze è il sottosegretario agli Esteri di +Europa, Benedetto Della Vedova. "Se ci alleeremo col Pd? Decideremo insieme, ci riuniremo nelle prossime ore", rivela a margine di un evento in Campidoglio usando quasi le stesse parole pronunciate del leader Dem.

"Il problema è tutto nel campo del Pd. – chiarisce mettendo nel mirino il patto tra Dem e grillini - Non so quello che deciderà di fare, noi nel frattempo abbiamo cominciato a costruire un'alternativa rigorosa alla destra sovranista e populista". Anche il presidente, Riccardo Magi si augura che Letta abbandoni il campo largo con il M5S di Conte che, dice, "non ha nulla in comune con il fronte europeista e riformatore".

L’assist arriva subito dopo dal senatore Dem Andrea Marcucci che sul portale Globalist pubblica nel pomeriggio un appello a costruire un’alleanza di "democratici e riformisti" su modello di quella che ha portato alla riconferma di Beppe Sala. La chiamata è rivolta a Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ma anche a Luigi Di Maio e ai liberali che hanno lasciato Forza Italia. Il riferimento, ovviamente, sarebbe l’ex presidente della Bce. In effetti, +Europa non è l’unica formazione a discutere con il Pd di Letta per la costruzione di un "campo largo" centrista.

Fonti parlamentari assicurano che anche Azione, il partito di Carlo Calenda, starebbe guardando al Nazareno, ora che le prospettive di alleanza con i Cinque Stelle sono piuttosto in salita. La notizia viene data per certa. Non a caso, il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, tra i promotori del grande centro aderente alla famiglia dei liberali europei, interviene subito per mettere i puntini sulle i. "Capisco le riflessioni dell’amico Della Vedova e di chiunque altro voglia riflettere insieme a lui ma - precisa su Twitter - alleanze con il Pd (con o senza i 5Stelle) non mi vedrebbero della partita".

L’idea non convincerebbe neppure Matteo Renzi, che vorrebbe la nascita di un’area liberale alternativa con Azione, +Europa, Toti e Brugnaro, ma senza i populisti pentiti di Di Maio. "Se Calenda vuole andare con il Pd, Italia Viva va da sola", avvertono dall’entourage dell’ex premier. Nel frattempo, Letta fa la ramanzina al presidente del Ppe, Manfred Weber, dicendo che "Forza Italia è uno dei principali killer del governo Draghi", ma evita accuratamente di chiamare in causa Giuseppe Conte, l’uomo che da settimane tiene ostaggio il Parlamento con giravolte e penultimatum.

Segno che il sogno del campo largo con i grillini non è ancora tramontato.

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