Per capirci subito, il discorso di Mattarella a canali (e social) unificati è il primo segnale importante di comunicazione dell'anno. Non solo politicamente. I quattordici minuti scarsi per le 1709 parole del presidente della Repubblica hanno avuto un successo che pochi si sarebbero attesi. Oggi, naturalmente, i peana piovono. Ma prima neanche i «quirinalisti» più navigati avrebbero previsto che gli spettatori sarebbero stati quasi un milione in più dell'anno precedente (10 milioni e 525mila contro i 9 milioni e 700mila). Solo su Raiuno, la share è stata, proporzionalmente, stile Festival di Sanremo con un roboante 30,7 per cento con 5 milioni e 133mila telematterelliani. Più quelli su Rai2, Rai3, Rainews e sugli altri canali. Ma non solo.
A colpire è soprattutto l'impatto (positivo) sui social network, che sono di solito i ring sui quali si scatenano ironie e cattiverie e che radunano un pubblico di utenti clamorosamente più giovane rispetto al 77enne Presidente della Repubblica. Le visualizzazioni ottenute durante il live tweeting con l'account ufficiale del Quirinale (dove sono state pubblicate foto e parti del discorso) sono state 2 milioni e 150mila, ossia tre volte quelle dell'anno scorso, e il dato è in continua crescita. Tanto per rendere l'idea, al momento di andare in stampa il video di YouTube rilanciato dal Quirinale aveva 1911 «retweet», mentre il saluto di Salvini era a quota 491 e quello di Di Maio con Di Battista a 874). Numeri impensabili a questo giro.
Oltretutto l'hashtag, chiaramente elogiativo, «Grazie Presidente» è andato subito in testa alle tendenze Twitter. Idem su altre piattaforme come Facebook. Ma, al netto del testo, che cosa ha convinto di Mattarella? Abito blu e panciotto, capelli bianchissimi, linguaggio e accentuazione ostentatamente istituzionali, Mattarella è stato il «pater familias» saggio e pacato che «copre» un segmento di comunicazione del quale evidentemente molti sentono la mancanza. Anche il «set» rientrava in questo copione. La imponente e lussuosa scrivania da presidente era alle sue spalle, mentre lui confidenzialmente sedeva su di una poltrona. Le immagini lasciavano vedere molto chiare la bandiera italiana e quella europea. Ben visibile anche il quadro regalatogli da ragazzi autistici, segnale che «accorcia» la distanza tra il Presidente e chi soffre (oltre 1500 «cuoricini« su Twitter).
In più, per aumentare l'attenzione e diminuire le inevitabili pause, il discorso era stato registrato e successivamente «montato» per annullare i tempi morti della diretta.
Era già accaduto nel 2015 per Napolitano, ma stavolta lo scopo era solo di garantire il ritmo della comunicazione. Insomma, il risultato conferma che, nell'era dello strillo continuo, i cittadini sentono sempre più forte il bisogno di abbassare i toni.
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