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Il Pd cade sui delegati: eletto un grillino per votare al Quirinale

Il Pd inciampa sul Pirellone. Il Consiglio regionale lombardo ha scelto ieri i tre delegati per il Parlamento in seduta comune che dovrà eleggere a fine mese il presidente della Repubblica

Il Pd cade sui delegati: eletto un grillino per votare al Quirinale

Il Pd inciampa sul Pirellone. Il Consiglio regionale lombardo ha scelto ieri i tre delegati per il Parlamento in seduta comune che dovrà eleggere a fine mese il presidente della Repubblica. Il centrodestra ha designato come da prassi il governatore Attilio Fontana e il presidente d'assemblea Alessandro Fermi, nonostante l'inedita circostanza che li vede appartenere allo stesso partito, la Lega. Ma i colpi di scena non sono mancati. Primo fra tutti, il pasticcio consumato in casa di un Pd che ha peccato di presunzione. Deluso il capogruppo Fabio Pizzul (figlio del notissimo Bruno, telecronista della Nazionale di calcio). A dispetto delle ambizioni personali e di partito, Pizzul a Roma non ci andrà. Al suo «posto» l'ha sputata Dario Violi, grillino bergamasco. Partendo dagli 11 voti del suo gruppo (e magari nemmeno tutti) Violi ne ha ottenuti 22. E il milanese Pizzul, che poteva contare in teoria sul sostegno di 14 e su una «spintina» leghista, si è fermato a 17. Lo hanno votato i Pd presenti (un assente per Covid) e Nicola Carretta di «Azione», mentre il radicale Michele Usuelli è imbarcato da medico di bordo e impegnato nei salvataggi nel Mediterraneo.

La ricostruzione della caso scoppiato a sinistra assomiglia al soggetto di «Rashmoon», con tante versioni quanti sono i personaggi. A complicare il quadro, lo «score» del centrodestra, dove si conta un voto quasi unanime per Fontana, un certo numero di defezioni su Fermi e 12 voti per Viviana Beccalossi (ex FdI). Ma se il governatore non si è «scapicollato» per andare a Roma, non ne ha fatto questione di vita e di morte neanche il comasco Fermi, che è appena arrivato in via Bellerio suscitando qualche invidia. Anche il capogruppo azzurro Gianluca Comazzi ha lasciato correre, forse pensando a una compensazione FI-Lega ad altre latitudini. Secondo le letture prevalenti, una sorta di mutuo soccorso sarebbe scattato fra FdI e 5 Stelle. Il Pd non l'ha presa bene. «FI e FdI - la reazione a caldo - hanno scelto un esponente dei 5 stelle. L'interferenza nelle dinamiche dell'opposizione è un fatto grave. Questi sono fatti politici che hanno a che fare con l'obiettivo di Forza Italia di far eleggere Silvio Berlusconi come prossimo capo dello Stato». «Ridicolo» ha replicato Violi precipitandosi a rendere pubblica la telefonata con Giuseppe Conte.

Intanto Fontana e Fermi - il primo in ottimi rapporti col Cavaliere, l'altro berlusconiano della prima ora, hanno dichiarato che «il primo nome per il centrodestra è sicuramente quello di Silvio Berlusconi».

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