Il Pd ha occupato lo Stato ma non molla il Quirinale

È in tutti i posti strategigi: all'Anci c'è Fassino, il Garante della Privacy è l'ex capogruppo Soro. Ma manca la casella più importante...

Il Pd ha occupato lo Stato ma non molla il Quirinale

La casella che manca, la casella più importante. Con il Quirinale (per nove anni già guidato da un ex come Napolitano) in giù, il Pd punta alla scala reale. Manca ancora il nuovo re (o regina) ma le altre carte ci sono, un'operazione di conquista del potere, pezzo dopo pezzo, da manuale di strategia politica. Mentre si gioca la partita del Colle, in altre stanze, più riparate dai riflettori, si teme un'occupazione da parte Pd. Quella dell'Ufficio parlamentare di bilancio, una (nuova) struttura burocratica ma dotata di grandi poteri, una sorta di Autorità sui conti pubblici (e longa manus di Bruxelles nel cuore del Parlamento italiano), guidata dal presidente Giuseppe Pisauro , molto legato all'ex ministro Vincenzo Visco, con gli altri due componenti del consiglio (il professor Alberto Zanardi , Università di Bologna, e l'economista Chiara Goretti ), tecnici di sicura competenza, ma indicati come di area Pd. Più su, tra seconda e terza carica dello Stato, sventola ancora lo stendardo Pd. Pietro Grasso presidente del Senato è stato eletto nelle file del Pd, Laura Boldrini , invece, alla Camera è arrivata con Sel ma ormai è nell'orbita dei Dem. Il vicepresidente del Csm, poi, è arrivato direttamente dal governo Renzi: Giovanni Legnini (Pd, ça va sans dir e...), da sottosegretario alla poltrona più alta (dopo il capo dello Stato) nell'organo di autogoverno dei magistrati. Tra i giudici della Corte costituzionale si trova un ex parlamentare dell'Ulivo, Sergio Mattarella , e un ex ministro del governo Prodi, Giuliano Amato (entrambi in corsa per il Quirinale).

Con la maggioranza delle Regioni in mano al Pd, poi, anche alla presidenza della Conferenza Stato-Regioni ci è andato un piddino, Sergio Chiamparino (governatore del Piemonte), che ha preso il testimone da un altro piddino, Vasco Errani (Emilia Romagna). E anche se si scende ai comuni, con l'Anci, si ritrova sempre il Pd, con la presidenza a Piero Fassino , ex segretario Ds e sindaco di Torino. E le «autorità indipendenti»? Il Garante per la privacy è presieduto da un ex parlamentare Pd, Antonello Soro , mentre al vertice del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, c'è l'ex deputato Pd ed ex ministro del governo Prodi Luigi Nicolais . L'ombra di un altro (vice)ministro di quel governo, Vincenzo Visco, mente economica prima dei Ds e poi del Pd, si allunga fino ad un ingranaggio fondamentale dello Stato, l'Agenzia delle entrate, con la nomina di Rossella Orlandi , espressione appunto dei «Visco boys», e ospite a Firenze della Leopolda di Matteo Renzi. All'Istat, l'estate scorsa, è stato nominato il professor Giorgio Alleva , una nomina contestata dal M5S come lottizzazione piddina: «Perché si sceglie Giorgio Alleva ? - chiese in aula il grillino Endrizzi - Forse perché il ministro Madia ha coinvolto proprio il dipartimento di Alleva nelle sue consultazioni. Saranno stati contenti. Probabilmente piaceva anche alla Cgil, se cinque ore prima del Consiglio dei ministri ne pubblicava un elogio sperticato». Nomina contestata, per presunta mancanza di titoli, da altri economisti di area Pd, come Tito Boeri .

Poi - ironia del destino - messo proprio dal Pd di Renzi a guidare l'Inps. E poi, di Pd o di renziani puri, sono infarciti le direzioni generali dei ministeri, i vertici di Palazzo Chigi, le partecipate del Tesoro. Colore, full, poker. Manca solo il re (o la regina).

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