Simone Di Meo
Napoli La condanna degli uomini l'aveva finita di scontare il 18 giugno scorso. Quando, dopo undici anni di carcere trascorsi nel penitenziario napoletano di Poggioreale, era tornato in libertà. Giuseppe Matarazzo, ex pastore di Frasso Telesino, una piccola contrada in provincia di Benevento, era stato riconosciuto colpevole di aver abusato sessualmente di una 15enne. Che, in preda alla disperazione, il giorno della Befana del 2009, si era suicidata impiccandosi a un albero vicino casa. In secondo grado, la pena a suo carico era stata inasprita dai giudici che avevano ripercorso la tragedia di una ragazzina che si era infatuata, e si era fidata, dell'uomo sbagliato. Nell'inchiesta era inoltre emerso che Matarazzo avrebbe violentato anche la sorellina della vittima di alcuni anni più piccola.
La condanna di chi non ha dimenticato l'ha scontata invece giovedì sera, quando è stato ammazzato con tre colpi di pistola. I carabinieri del comando provinciale di Benevento battono tutte le piste, ma è chiaro l'indirizzo investigativo che emerge in questa primissima fase delle indagini. Qualcuno si è vendicato di quell'abominio che aveva spalancato le porte dell'inferno e del lutto senza fine per una intera comunità familiare.
Matarazzo è stato abbattuto a pochi metri dall'ingresso di casa, verso le 20. Con lui c'era la mamma che agli inquirenti ha raccontato di aver visto un'auto di «grossa cilindrata» avvicinarsi al cortile. Due uomini a bordo. Hanno finto di aver perso la strada per Montesarchio, un paese nei paraggi e si sono fermati per chiedere informazioni. Quello seduto al posto del passeggero ha aggiunto ancora la donna, sotto choc «parlava con inflessione italiana». Ha chiesto una indicazione per rientrare sulla strada provinciale. Mentre lei rincasava per raggiungere il marito, Matarazzo si è avvicinato allo sportello. Non immaginando certo di andare incontro al proprio killer. Dal finestrino è spuntata la canna di una pistola. Che ha esploso più colpi, di piccolo calibro, ma letali. Tre proiettili hanno raggiunto il pedofilo al torace e alla spalla lasciandolo senza scampo. Inutili i tentativi di soccorso da parte dei genitori di Matarazzo. L'auto, quando sono tornati nell'area scoperta per aiutare il figlio, davanti all'abitazione, era già sparita dietro una nuvola di polvere.
Il pm Francesco Sansobrino ha sequestrato la salma affidando l'autopsia al medico legale Emilio D'Oro. Nella notte, immediate sono iniziate le attività investigative.
I militari hanno anche perquisito l'abitazione del papà e del fratello della 15enne entrambi sono assistiti dall'avvocato Raimondo Salvione -, trovando tre fucili da caccia legalmente detenuti dal secondo. I due sono stati anche sentiti in caserma, ma per ora il fascicolo è blindato. Altri testimoni, amici e parenti dell'uomo, saranno sentiti nei prossimi giorni.
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